Cristina Scocchia, AD di Illycaffè, apre le porte del suo mondo e del suo percorso professionale in un’intervista esclusiva. La sua presenza sui social media, uno specchio fedele della sua vita, rivela il lato umano di una top manager che ha conquistato la vetta in realtà come L’Oréal, KIKO Milano e Illycaffè.
Stereotipi di genere, la visione di Cristina Scocchia
La diversità di genere e culturale è stata la prima montagna da scalare per Cristina Scocchia. In Italia, solo il 3% dei CEO è donna, un dato che l’AD di Illycaffè attribuisce agli stereotipi che ancora imprigionano le donne in ruoli istituzionali anziché decisionali. “Noi donne, come gli uomini, abbiamo uno stile di leadership che non dipende dal genere, ma da competenze e carattere”, ha precisato la manager che vorrebbe vedere un maggior numero di donne in posizioni di comando. Nella sua realtà aziendale, la quota femminile tra i dirigenti è del 30%: “Nel mio gruppo di lavoro quattro persone su nove sono donne, tuttavia ciò che è veramente importante non è il numero, semmai che tutti abbiano la stessa opportunità nel dimostrare il proprio valore”, ha aggiunto. Con una laurea all’Università Bocconi e un dottorato all’Università di Torino, Cristina Scocchia ha trasformato il suo sogno di diventare AD in realtà: “Il mio desiderio era arrivare in vetta e l’ho trasformato in obiettivo, lavorando duro”, ha dichiarato.
Cristina Scocchia tra carriera e famiglia: la forza di resistere e ripartire
La sua carriera le ha però imposto scelte familiari impegnative, come il trasferimento da Ginevra a Milano con un figlio di 5 anni dopo aver accettato l’incarico in L’Oréal Italia. Rivolgendosi alle donne che affrontano scelte familiari e professionali, Cristina Scocchia incoraggia a “guardarsi dentro e capire ciò che si vuole, non lasciarsi spaventare dai sacrifici. Ci saranno momenti difficili, resistere comunque vale la pena. Alle trentenni dico sempre: non permettete al vostro punto di partenza, e quindi anche all’essere donna, di definirvi”. L’AD commenta infine il nuovo approccio nella gestione di ruoli di vertice, citando l’esempio della premier Jacinda Ardern in Nuova Zelanda, che si è dimessa dichiarando di aver esaurito le energie. Secondo Cristina Scocchia, farsi da parte non è segno di debolezza ma di onestà intellettuale e rispetto per se stessi e per chi ci sta vicino: “La carriera e la vita sono come una maratona, quando corri in piano va tutto bene, poi arriva la salita e hai il fiatone, cadi e ti sbucci le ginocchia. Fermarsi per poi ripartire è un segno di sensibilità e intelligenza”, ha concluso.
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