Bolt è un supercane: il padre scienziato della sua padroncina Maggie lo ha potenziato al fine di difendere la ragazza dai malefici sicari dell’uomo dall’occhio verde. Dotato di sguardo laser, super latrato e mille altre risorse il giovane cane Bolt affronta ogni giorno le più incredibili avventure. Ma la sua sfida più grande sarà riuscire a fare ritorno a casa una volta ritrovatosi fortuitamente catapultato nel mondo reale che sta fuori allo studio televisivo in cui è rinchiuso fin da cucciolo …
Nei primi trailer diffusi dalla Disney il plot del film era subito svelato. Il cane Bolt vive un suo personale Truman Show e il ritorno alla realtà gli costerà ogni sorta di peripezia. La grande attesa rotta solo dall’anteprima mondiale della pellicola – che si è tenuta lunedì scorso nella sala del Museo Nazionale del Cinema di Torino – non si doveva quindi allo svelamento della trama del cartoon, divertente e prevedibile come da marchio disneyano, ma al fatto che Bolt è una delle prime grandi produzioni hollywoodiane ad essere stato realizzato in 3D. Anzi, la Disney l’ha detto in modo chiaro a tutto il pianeta: attrezzate le vostre sale, perché entro pochi anni non produrremo altro che animazione a tre dimensioni. E la rivoluzione dovrebbe riguardare anche i film con attori in carne e ossa…
È ancora presto per dire come andrà a finire ma dopo il fuoco di paglia degli anni ’50 la tecnologia e l’industria cinematografiche sembrano pronte a farci fare il grande salto, per ora con indosso gli speciali occhiali dalle lenti bicolori, nel giro di dieci anni senza più bisogno neanche di quelli. Nella nostra penisola sono solo una trentina le sale prenotate per la proiezione in 3D del cartoon, in uscita il prossimo 28 novembre in contemporanea con gli USA, nelle restanti lo si vedrà nel modo tradizionale. Ma la versione “originale” nella quale il film è stato pensato e prodotto è quella stereoscopica presentata a Torino, primo risultato della direzione di lavoro che John Lasseter ha imposto anche alle produzioni disneyane dopo la fusione con la Pixar: per dirne una, l’anno prossimo non uscirà solo Toy Story 3, ma anche i due primi capitoli della fortunata serie rieditati in 3D.
Non è quindi un caso che i due registi di Bolt, Byron Howard e Chris Williams, siano entrambi al loro esordio (pur avendo in passato già scritto o animato altre opere). Il mezzo offre infatti nuove possibilità creative, soprattutto per quanto riguarda i molti possibili effetti dati dalla profondità di campo di una scena, e la “magia” tridimensionale richiede una lavorazione ad hoc immagine per immagine. Anticipando Bolt, la belga nWave Pictures ha portato nelle sale di mezza Europa il divertente Fly me in to the moon, primo lungometraggio di animazione interamente realizzato nel vecchio continente con la tecnica e la filosofia delle tre dimensioni: e senza ostacoli visivi tra sé e lo schermo lo spettatore prova davvero per gran parte del film la sensazione di galleggiare nello spazio. Durante la presentazione torinese ci è stato inoltre spiegato che sono attualmente in produzione nel mondo almeno 65 lungometraggi in 3D, di cui una cinquantina dovrebbero uscire nel corso del 2009. L’anno prossimo vi saranno quindi nelle sale nuove pellicole a tre dimensioni quasi ogni settimana, laddove queste potranno essere proiettate.
Tornando al film, sono appunto le mirabolanti sequenze animate, godibili anche a sole due dimensioni ma cercate di vederle a tre, il punto di forza di una storia in cui tutto va come previsto in quella versione fiabesca del nostro mondo che la Disney ci ha abituati a ritrovare nelle sue produzioni. Che il plot del cartoon si basi proprio sul fatto che la serie di cui è protagonista Bolt debba inventarsi finali alternativi al solito happy end non può bastare perché la madre di tutte le case produttrici nel campo dell’animazione rinneghi i suoi buoni sentimenti. Certo, rispetto ad altri recenti prodotti animati, quella che dovrebbe essere l’opera più sperimentale è decisamente la meno accattivante quanto a colpi di scena. Ma se vi accontentate delle solite banalità sul rapporto cane/gatto lo spettacolo è servito.
Nella versione italiana la voce del protagonista è quella di Raoul Bova, che sostituisce l’originale John Travolta, mentre l’unica canzone del film si fa per fortuna attendere per oltre un’ora ma è poi ripresa nei titoli di coda. Portate i bambini, quindi, e provate a fargli tenere sul naso gli speciali occhiali bicromi, se nella vostra città trovate una sala attrezzata. Tra pochi anni saranno in produzione a basso costodvd, televisioni, videogames e anche videocamere per la visione o la registrazione stereoscopica, ed è meglio tenersi tutti aggiornati sulla novità.
No Comments Found