Destinazioni

Invito al viaggio negli Stati Uniti

Chi è cresciuto col mito dell’America non potrà non essere d’accordo quando si afferma che non si può vivere senza aver prima visitato, almeno una volta, gli Stati Uniti. Questo articolo non vuole essere una pretenziosa quanto superficiale guida al turismo negli States, quanto una nota, un invito al viaggio per conoscere una realtà che a noi arriva mediata dalla televisione, nella quale prevale l’aspetto dello star system e dell’innegabile produzione di sogni (anche la presidenza Obama, in fin dei conti è il racconto di un grande sogno).

Al di là delle icone cinematografiche e geografiche, gli Stati Uniti meritano sicuramente una visita perché costituiscono un melting-pot culturale inarrivabile, degno dei grandi imperi del passato. I mondi cambiano con i fusi orari e anzi troverete significative differenze passando da Washington a New York City, da Filadelfia all’europea Boston, per poi trovarvi totalmente spiazzati nella grande metropoli dei laghi: Chicago.

Negli USA, a parte le malcapitate riserve indiane, che si autofinanziano con i casinò e vivono di aiuti federali, non esiste una cultura millenaria propriamente detta. Ovunque si respira una frizzante aria pop, giovane, che già faceva ingrossare le vene della muscolare poesia di Whitman. In America i miti sono leggende, sono parte della storia. Ovviamente anche negli States si trova una grande letteratura, una grande pittura, una grande musica… ma tutte queste arti sono sconvolte dall’enigma della contemporaneità, con la differenza che ci troviamo di fronte a classici contemporanei: Bob Dylan, Henry Miller, Andy Wahrol, Duke Ellington, George Gershwin, Stanley Kubrick, John Steinbeck solo per citare alcuni nomi del secolo scorso, che ancora oggi hanno lasciato un’eredità giovane, ma molto pesante.

Affianco a questa cultura ovviamente c’è molto consumismo, che si scontra con il vuoto naturale dei grandi spazi aperti. Plastica e deserti… coca-cola e grandi fiumi… celluloide e desperados. Un serpente di contraddizioni che striscia dal New England a Seattle, passando per le grandi steppose regioni centrali – il regno dei tornado – fino alle rive meridionali del Rio Grande, che sembra separare la civiltà dal medioevo. Non ci sono grandi monumenti, ma grandi distese, grandi sensazioni. Le pianure, come le catene montuose, hanno dimensioni ciclopiche. Dalla vetta delle Montagne Rocciose, dal famigerato monte S. Elena, oppure dal Colorado, giù in picchiata, sorvolando Arizona e Nevada, con i deserti, che aprono le porte ai cancelli dorati della California, l’America per definizione. I parchi naturali non sono piccole riserve dove si conservano i mufloni: Yellowstone è un gigantesco vulcano sommerso, una caldera che prima o poi esploderà come pensano i grandi scrittori dei disaster movies.

Se decidete di viaggiare negli USA, per affrontare il mitico coast to coast di On the Road, rinunciate alle città più famose e dedicatevi all’America profonda degli stati del Sud, verso New Orleans, per poi risalire da Baton Rouge il corso del celebre fiume americano, il Mississippi. E ancora, sul ramo del Missouri, andate verso le montagne e attraversatele, prima di ritrovarvi a San Francisco, ancora meglio che a Los Angeles.

Con una raccomandazione finale: non siete in Italia. In America la legge è molto meno permissiva e ciascuno stato federale ha proprie norme, che spaziano dall’uso di alcool al fumo nei locali pubblici. In alcuni stati potrebbe esservi fatale gettare una cartaccia sull’asfalto, mentre in altre città la polizia ci pensa bene prima di chiudere un occhio se vi beccano un po’ alticci mentre siete al volante. Inoltre ricordatevi che la assicurazione sanitaria Usa, anche adesso con l’Obamacare, non copre assolutamente i turisti per i piccoli e grandi inconvenienti che possono capitare, pertanto preoccupatevi di partire informati al cento per cento. Per un invito al viaggio è il minimo che possiate fare.

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