L’insieme delle costruzioni che oggi possiamo ammirare e visitare hanno un’origine molto antica, che affonda le sue radici nella storia e che risale nientemeno che al VI secolo dopo Cristo, quando re Teodorico pose qui una guarnigione di 60 uomini a guardia dei confini del suo regno. Oggi, dimenticato il clangore delle armi, il Forte ospita il Museo delle Alpi e diverse mostre.
Al Forte di Bard mostre ed eventi culturali vengono tenuti durante tutto il corso dell’anno, eppure fino a non molti anni fa era una costruzione che sembrava destinata all’abbandono, come molti altri edifici facenti capo al demanio, e il suo ultimo utilizzo come polveriera non faceva certo presagire che oggi sarebbe tornato ai suoi antichi splendori. Dismesso dallo Stato nel 1975, il Forte di Bard è divenuto un bene regionale, e la piccola Valle d’Aosta, con un grande impegno finanziario, è riuscita a restaurarlo e a valorizzarlo al punto tale che è divenuto una delle principali attrazioni museali del territorio.
Come accennato in precedenza, la storia della fortezza di Bard è lunga e, seppure dei suoi primi secoli non sappiamo quasi nulla, di essa si fa menzione in molte cronache di viaggiatori medioevali che, già nel XI secolo, restavano stupiti di fronte alla sua imponenza e la definivano come inespugnabile. La sua posizione strategica, su di uno sperone che domina l’intera valle che proprio in quel punto restringe, consentiva di avere il pieno controllo della via che collegava il Piemonte alla Francia, e fu proprio per questo motivo che il visconte di Aosta, Boso, la ampliò e la lasciò a disposizione dei suoi eredi fino al XIII secolo. Dopo un periodo in cui la rocca fu utilizzata dai feudatari del luogo, i Bard, Amedeo IV di Savoia ne prese possesso (all’incirca a metà del Duecento) e la fortezza rimase ai Savoia fino al loro esilio nel 1946. Ampliata durante i secoli dai duchi e dai principi piemontesi, conobbe l’ultimo riadattamento nel XIX secolo, quando i Savoia fecero costruire gli edifici lungo il pendio in previsione di un attacco francese che, in realtà, non avvenne mai, e il forte finì per trasformarsi in un carcere militare e poi in polveriera.
Attualmente due dei tre principali corpi di fabbrica da cui è costituito sono adibiti a spazi espositivi, laboratori didattici e interattivi. Solo il corpo di fabbrica inferiore, che si trova nel punto più basso, è chiuso al pubblico, mentre nel secondo, detto Opera Vittorio, si trova un percorso interattivo (Le Alpi dei Ragazzi), per avviare i più giovani all’alpinismo. Salendo si giunge alla Piazza d’Armi con l’Opera Carlo Alberto che al primo piano ospita il museo alpino e al piano terreno le mostre temporanee, mentre nelle sottostanti prigioni si può apprendere la storia della fortezza.
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