Il giornalista Giacomo Galeazzi e lo scrittore Ferruccio Pinotti hanno appena pubblicato “Wojtyla Segreto, la prima controinchiesta su Giovanni Paolo II” un libro che getta una luce diversa su papa Giovanni Paolo II. Oltre al grande uomo di fede che ha cambiato il 20esimo secolo, c’è un Wojtyla che non esitava a far piazzare microspie per ascoltare cardinali o che approvava il flusso di soldi sporchi che passava tramite lo IOR di Marcinkus.
Wojtyla stesso fu vittima delle microspie, quando da vescovo era già inviso al regime comunista polacco. Certo, l’uso di microspie ambientali (che in tempi più moderni ogni microspia si sarebbe sostituita con le più maneggevoli microspie GSM) per ascoltare personaggi potenzialmente scomodi era un fenomeno piuttosto comune in quel periodo, e bisogna contestualizzare il tutto.
A quei tempi c’erano due blocchi contrapposti in lotta tra di loro, e se la “disinvoltura” dello IOR poteva far storcere il naso a più d’uno, i fondi che passavano per la Banca vaticana erano funzionali alla lotta senza quartiere contro i regimi socialisti dell’epoca; allo stesso modo, le microspie invadevano sedi diplomatiche e residenze di cardinali, per una lotta non soltanto tra religione e totalitarismo, ma anche nel quadro di lotte intestine vaticane di ben poco note all’esterno delle Mura.