La missione di pace è un contingente che fa capo all’ONU con lo scopo di riportare la pace nel paese dove è stata violata, è un braccio armato chiamato per mantenere la sicurezza internazionale.
La decisione di inviare una missione di pace spetta al segretario generale dell’ONU con delega del Consiglio di Sicurezza in base alla situazione politica del paese. Ai soldati, è fatto obbligo di non sparare salvo per legittima difesa, la loro missione prevede accordi di riconciliazione democratica per una stabilità politica.
Le missioni di pace, infatti, intervengono dopo che è stata eliminata la minaccia che ha compromesso la pace nel paese. L’esercito partecipa perché quella popolazione possa avere un futuro migliore e si riprenda economicamente e politicamente. I soldati schierati al fronte compiono azioni di sostegno alla popolazione come inaugurare nuove scuole o ospedali, sempre in base alle direttive della missione di pace.
L’Italia è coinvolta nella missione di pace in Afghanistan dal 2001. La nostra nazione entra con le sue forze armate in Afghanistan esattamente dal 18 novembre 2001, in seguito all’attentato alle torri gemelle dell’11 settembre, in aiuto a Bush e agli USA che iniziano la loro crociata contro Bin Laden. Il 15 marzo 2003 l’Italia lascia partire 1000 soldati per sei mesi come contingente Nato. Nel 2007 si spostano a Herat e nel 2011 Osama Bin Laden è ucciso in Pakistan da un contingente americano.
L’Italia, in missione in Afghanistan dal 2001, ha un contingente costituito da membri delle Forze armate, della Marina, dell’Aeronautica, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di finanza. Durante la missione hanno perso la vita cinquantuno militari italiani. Ultimo, il 25 giugno 2012 ha perso la vita il carabiniere scelto Manuele Braj, a causa di un’esplosione nel campo di addestramento della polizia afgana. Il 31 dicembre 2010 a seguito di un colpo d’arma da fuoco perde la vita il Caporalmaggiore Matteo Miotto. Il 28 febbraio 2011, dopo l’esplosione di un ordigno è deceduto il tenente Massimo Ranzani. L’8 gennaio 2011, in uno scontro a fuoco muore il 1° Caporal Maggiore Luca Sanna. Il 12 luglio 2011, per l’esplosione di un ordigno improvvisato muore il Primo Caporal maggiore Roberto Marchini, paracadutista. Il 25 luglio 2011, un militare italiano, David Tobini, decede in uno scontro a fuoco. Il 24 marzo, il sergente dell’esercito Michele Silvestri perde la vita a seguito di un attacco con colpi di mortaio.
Nonostante le vittime e i rischi che una guerra comporta le domande di arruolamento nelle forze armate italiane aumentano velocemente, e alcuni ragazzi giovani decidono di affidarsi a dei centri specializzati nella preparazione ai concorsi militari, come nel caso del centro di preparazione dei concorsi militari online di Cassino; quindi appena entrati nel corpo danno la loro disponibilità a partecipare alle missioni estere. Altri, per essere sicuri che il proprio reparto decida di partire in missione si arruolano nell’esercito come VFP1 (volontario a ferma prefissata) per un anno, conclusosi tale periodo accedono al concorso VPF4 per 4 anni e una volta assegnati a un reparto, partono.
Le vittime aumentano di giorno in giorno, non solo i nostri soldati, ma soprattutto civili e guerriglieri improvvisati, donne e bambini. La guerra fa inevitabilmente vittime, è un rischio da considerare, per questo, probabilmente, diviene lecita la domanda: è una missione di pace o di guerra?
Articolo a cura di Stefania Mazzucato
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