È proprio un “think tank” di Washington a denunciare il pericoloso corto circuito del dibattito pubblico americano. Molti centri studi hanno un grosso problema di conflitto di interesse, che coinvolge i media e i produttori di armamenti. Il Quincy Institute for Responsible Statecraft avverte: i finanziamenti a pioggia concessi dalle industrie militari hanno viziato alla radice il dibattito pubblico sulla politica estera americana.
I dati delle pubblicazioni “pilotate”
I dati che il Quincy ha raccolto e analizzato sono impietosi. Gli articoli dei centri studi che spingono per armare l’Ucraina e per militarizzare l’intervento americano nel mondo vengono ripresi dai media sette volte più spesso degli altri. Bisogna sottolineare che quegli accademici che scrivono a favore dei pacchetti di aiuti militari per Zelensky sono proprio quelli foraggiati dall’industria bellica. Alcuni dei think tank finanziati dalle industrie della difesa rendono pubblici i nomi e le cifre dei loro sponsor. Altri invece no. Si è creata una situazione di evidente squilibrio e parzialità.
Il suggerimento ai media
Il Quincy Institute vede il cittadino americano come fondamentalmente ingannato dai media. Gli vengono proposte alcune visioni più di altre, e la scelta editoriale del giornale o della tivù sembra dipendere da questioni puramente monetarie. I media invece dovrebbero specificare al loro lettore o spettatore quando un certo pensatore o un certo think tank citato riceve le “sponsorizzazioni” dei produttori di armi. Infatti questi ultimi sono i diretti beneficiari dell’interventismo bellico di Washington e dunque spingono per ulteriori commesse con il tramite dei centri studi che finanziano. Fonte: https://strumentipolitici.it/lindustria-militare-americana-finanzia-e-influenza-il-dibattito-sullinvio-di-armamenti-a-kiev/
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