Se siete stati a Palermo e non siete entrati in un ristorante alla Vucciria, vi toccherà ritornarci una seconda volta per provare assolutamente la cucina più autentica di tutta la città. Il cibo da strada, quello che continua a essere venduto e preparato nei vicoletti di uno dei quartieri più caratteristici del capoluogo siciliano, si è fatto largo tra le varie portate dei menù fino a essere diventato oggi il simbolo di una vera “resistenza culturale”, fatta a tavola.
Così, mentre a Palermo i fast-food spuntano come funghi in ogni angolo, nel centro storico della città le specialità di strada continuano a deliziare i palati dei turisti più curiosi e dei palermitani più affezionati, tra una griglia improvvisata a cielo aperto e un tipico ristorante alla Vucciria, il mercato più “popolare”.
Il cibo di strada al ristorante? Alla Vucciria si può
In realtà, l’idea dei ristoranti di aprire le loro cucine al cibo tipicamente da strada sta nel fatto che non tutti gli stranieri si lasciano sedurre dal fascino rustico (e un po’ scioccante a volte) delle bancarelle. Così, cercando di trovare una soluzione alla diffidenza di chi non è abituato a mangiare in piedi tra la folla, i ristoranti della città hanno deciso di includere nei loro menù tutte le specialità un tempo relegate alla strada.
Panelle, crocchè, rascatura, arancine, stigghiola, pani ca meusa, mussu… ne avete mai provato qualcuno?
Le ricette tipiche in una nuova veste
Come può un ristorante alla Vucciria competere con gli altri locali della città o con i chioschi del centro? Semplice, adottando una strategia che punta tutto sull’originalità. L’abilità dei ristoranti del quartiere è stata quella di affiancare le ricette e i sapori più genuini della cucina di una volta, preparata con maestria dalle donne di casa, all’estro creativo dei cuochi che sono riusciti a trovare un punto di incontro tra la tradizione e la modernità.
Le portate più caratteristiche vengono reinventate e presentate in modo del tutto inaspettato, lasciando piacevolmente sorpresi sia i neofiti, sia i veterani, soprattutto per la capacità di mantenere intatto quel gusto genuino che è all’essenza della cucina siciliana.
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