Fino a poco tempo fa il mondo intero dipendeva da un unica grande moneta: il dollaro americano. Questa moneta può essere prodotta da un solo paese e per di più a gran volontà, gli USA. Questo permette loro di controllare il commercio mondiale. Per questo gli Usa risultano la prima potenza economica mondiale. Adesso l’euro comincia ad essere una seria minaccia per l’egemonia del dollaro e per l’egemonia economica statunitense. Non solo perché attualmente è più forte ma anche perché compete con l’euro nell’ex Unione Sovietica, in Asia Centrale, nell’Africa Sub-sahariana e in Medio Oriente.
La prima svolta in questo senso, successivamente all’arrivo dell’euro, è avvenuto nel novembre del 2000 quando l’Iraq, per la prima volta all’interno dell’OPEC, vendette il petrolio in valuta europea. Da allora, il valore dell’euro è aumentato del 17% e il dollaro ha cominciato a calare. Si potrebbe quindi pensare che una possibile ragione dell’invasione e dell’insediamento del governo USA in Iraq è stata quella di costringere il paese a tornare sui propri passi per gli scambi petroliferi in dollari. Se ciò fosse vero un altro motivo per l’invasione potrebbe allora essere quello di scoraggiare altri slanci dell’OPEC verso l’euro, specialmente da parte dell’Iran, visto il caso precedente in cui si stava persino discutendo attivamente il passaggio all’euro per le esportazioni di petrolio.
Il dollaro è attualmente in calo per lo più a causa degli ingenti deficit commerciali Allo stesso tempo l’area dell’euro non ha grossi deficit, applica tassi d’interesse più elevati e possiede una quota crescente nel commercio internazionale. Questo equivale a dire che l’euro si sta rafforzando sempre di più, a dimostrazione anche della sua crescente diffusione, e che il dollaro non è più l’unica scelta a livello mondiale.
Perché dovrebbe risultare tanto assurdo che di fronte al declino della propria potenza economica in campo internazionale, la superiorità militare risulterebbe essere l’unico strumento rimasto agli USA per dominare il mondo? Considerando che il costo di tale sforzo militare sia insostenibile, il mondo potrebbe rovesciare gli Stati Uniti dalla loro posizione predominante, se solo volessero, con l’abbandono concertato del regime monetario basato sul dollaro. I governi non possono non essere consapevoli di questa possibilità. Eppure allo stato odierno stiamo ancora così, nulla sembra essere cambiato: gli Usa si impongono militarmente non solo in Iraq ma in molti alti paesi del mondo, invadono e sostengono dittature in paesi a loro lontani per un mero interesse economico ed il resto del mondo, le stesse dittature, accettano questo compromesso dietro una sottile rete di interessi avvolte davvero incomprensibile anche ai più esperti.
Dal momento che si è parlato ben poco della connessione euro-dollaro con la «guerra al terrorismo» e che i media continuano a non parlarne, la discussione, quale che sia stata, dovrà comunque allargarsi in futuro, poiché né quella per il dollaro e per l’economia statunitense, né la minaccia rappresentata dagli USA per la pace mondiale svaniranno molto presto.
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