L’importanza del percorso Fast-Track
Artrosi di anca e ginocchio
L’artrosi dell’anca e del ginocchio sono due patologie molto frequenti e ad eziopatogenesi identica: sono cioè causate da una alterazione dell’omeostasi cellulare e da una usura della cartilagine che riveste le ossa, in questo caso femore e acetabolo per l’anca e femore e tibia per il ginocchio. Tale usura comporta una esposizione dell’osso subcondrale con conseguente dolore e limitazione delle attività quotidiane con peggioramento della qualità di vita. In una società come la nostra, dai ritmi incalzanti e dalle esigenze funzionali sempre più elevate, è di fondamentale importanza intervenire precocemente, sia nella diagnosi che nel trattamento. La diagnosi consiste in un accurato esame clinico alla ricerca dei punti dolorosi del ginocchio e dell’anca, nella valutazione del grado di escursione articolare e nella presenza di eventuale flogosi associata. L’esame diagnostico per eccellenza è la radiografia (spesso i pazienti chiedono di eseguire una risonanza, esame spesso inutile e costoso), eseguita in carico, perché con il peso del corpo si valuta la reale usura della cartilagine. Il trattamento va ovviamente personalizzato, sulla base del quadro clinico di ogni singolo paziente e sulle sue esigenze funzionali.
La protesi di anca e ginocchio
La protesi dell’anca e del ginocchio sono due interventi chirurgici molto frequenti e sicuri, gravati da un tasso di complicanze molto basso, se realizzate in centri di riferimento. Per centro di riferimento si intende una struttura dove ogni anno si eseguono diverse centinaia di interventi protesici. Dai dati del Registro Italiano di Artroprotesi è infatti emerso che i centri in cui si eseguono meno di 50 interventi di protesi dell’anca e del ginocchio sono quelli con il maggior tasso di complicazioni.
Sempre da tale registro emerge come l’età media di tali pazienti sia intorno ai 65-70 anni. Nonostante ciò, sono sempre più frequenti gli interventi di chirurgia protesica di anca e ginocchio nei pazienti più giovani: le cause sono da ricercarsi probabilmente nel miglioramento dello stile di vita della popolazione generale e nell’aumento dell’età media dei lavoratori.
Il percorso Fast-Track
Il percorso Fast-Track è semplicemente un insieme di strategie chirurgiche, anestesiologiche e riabilitative che hanno l’obiettivo di far recuperare il paziente in tempi rapidi, consentendogli un rapido rientro alla vita normale. E’ un approccio multidisciplinare al paziente, dove diverse figure (ortopedico, anestesista, fisiatra, fisioterapista ed infermiere) cooperano tra loro al fine di garantire un decorso post-operatorio rapido, con poco dolore e pochissime perdite ematiche, che come sappiamo condizionano l’esito di ogni intervento chirurgico. Tale percorso consente al paziente di deambulare a 6 ore dall’intervento e di essere dimesso al domicilio in 2-3 giorni. Da qui si intuisce l’importanza di implementare il Fast-Track, in un’epoca in cui sono aumentate le esigenze funzionali dei pazienti e l’età media dei lavoratori.
Grazie a tale percorso il paziente non dovrà più rimanere ricoverato per settimane; dopo qualche giorno di ricovero verrà dimesso ed inizierà un ciclo di fisioterapia ambulatoriale, che il alcuni casi potrà essere eseguita anche tramite piattaforme digitali, soprattutto in epoca COVID.
A cura del Dr. Alessio Biazzo, ortopedico specialista in protesi del ginocchio e dell’anca con tecniche mininvasive
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