Come accennato dallo stesso titolo, in questo articolo esploreremo velocemente il mondo open source. In particolar modo ci soffermeremo sul definire l’enorme potenziale, soprattutto economico, che si nasconde dietro questi strumenti.
Ma partiamo dalla definizione:
“Open source (termine inglese che significa codice sorgente aperto), in informatica, indica un software i cui autori (più precisamente i detentori dei diritti) ne permettono e favoriscono il libero studio e l’apporto di modifiche da parte di altri programmatori indipendenti. Questo è realizzato mediante l’applicazione di apposite licenze d’uso.”
Per maggiori informazione sull’ open source vi rimandiamo a Wikipedia.
Tra gli addetti del settore i pareri sulle risorse open source sono enormemente contrastanti. C’è chi considera le “licenze aperte” come la morte del mestiere di webmaster, un limite e non un valore aggiunto, ed i prodotti (siti, blog etc.) generati dall’ utilizzo di queste risorse come dei prodotti di basso rango o di seconda scelta.
C’è chi invece, come noi di Professione Web Design, crede che le open source siano delle risorse fondamentali per fare questo lavoro, che danno la possibilità di ideare, progettare e creare prodotti in maniera veloce, valida, funzionale e soprattutto… low cost.
Qualche tempo fa un articolo descriveva come ad oggi esistano diversi liberi professionisti o addirittura aziende che preferiscono affidarsi al ragazzino o al nipotino per avere un sito a soli 50 euro. Questo è certamente uno dei rischi di chi come noi fa questo mestiere.
Tuttavia, bisogna prendere atto dei fattori che generano la crisi e “per assurdo” investire su di essi.
In questo momento di profonda crisi se noi operiamo sull’open source incentiviamo l’investimento da parte delle aziende senza sacrificare i risultati. Nelle mani di un professionista queste risorse diventano poliedriche e funzionali. I servizi ed i proprodotti richiesti vengono consegnati più velocemente e naturalmente ci si può attenere ad un profilo di mercato decisamente più accessibile per le imprese.
A questo proposito rimandiamo ad un articolo di PMI.it che analizza quali sono i vantaggi “anticrisi” dei software open source.
In conclusione… non si può accusare l’open source per il lavoro che viene fuori da chi fa un sito per 50 euro semplicemente dilettandosi. Un buon lavoro è riconoscibile in base ad una serie di numerosi altri criteri che spesso esulano dal tipo di mezzi utilizzati.
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