Nel mondo della finanza il tema più caldo del momento è senza dubbio la forza (eccessiva) dell’euro. Un elemento che addirittura è arrivato a preoccupare la stessa BCE, tanto da spingere Draghi ad annunciare un possibile prolungamento del Quantitative Easing nel 2018. Nella conferenza stampa che ha fatto seguito al meeting di inizio settembre, il numero uno della EuroTower ha palesemente detto che la forza della valuta è una grossa fonte di preoccupazione per i banchieri europei. Il tema del rapporto di cambio non è però importante soltanto oper chi fa operazioni sulle valute con i migliori o il migliore broker forex autorizzato, ma anche per chi compra e vende azioni e titoli. Il rischio valutario infatti è una delle fonti strutturali di rischio più ampie per i portafogli.
Facendo un esempio banale: un europeo che avesse investito 100 dollari in un titolo USA ottenendo un profitto del 15%, se lo sarebbe visto “bruciare” dal contemporaneo apprezzamento dell’euro nei confronti del biglietto verde. E’ accaduto così a molti investitori in dollari Usa, che non hanno assunto alcuna copertura e perso circa il 30% su un benchmark azionario estero classico. Ecco perché il rischio valutario non deve essere ignorato ed anzi deve far parte della gestione di un protafoglio, da controllare con un grafico three line break o comunque con uno strumento dedicato. Per i più esperti addirittura il rischio di cambio costituisce una risorsa e non un elemento penalizzante. Chi non ne tiene conto, potrebbe nella migliore delle ipotesi trovarsi di frontea un rischio non compensato, nella peggiore addirittura a un rischio compensato negativamente (quindi in perdita).
Dal momento che siamo in una fase dove i rendimenti reali sono ai minimi storici e le azioni vengono valutate a prezzo pieno se non oltre, è chiaro che gli investitori non possono affrontare il rischio strutturale di effetti inerziali provenienti dalle valute. Si può dire che mai come oggi la necessità di diversificare le fonti di reddito positivo è stata così essenziale. Tra i portafogli idonei a soddisfare questa necessità ci sono quelli valutari a esposizione fattoriale, specie se di tipo “value”. Peraltro spesso sono disponibili e a basso costo. In base ad essi gli investitori in euro, dollari canadesi, yen e sterline potrebbero coprire una porzione più grande dei loro attivi esteri.
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