Tutto come previsto. Alla fine il buonsenso ha prevalso sulle logiche egoistiche, e il mercato del petrolio può brindare al prolungamento dell’accordo sui tagli produttivi. Il meeting dello scorso 30 novembre a Vienna ha messo d’accordo i produttori Opec e quelli Non-Opec. Sorpattutto ha messo d’accordo Russia e Arabia Saudita. il piano di tagli alla produzione, che era stato faticosamente concordato un anno fa per risolvere la crisi dei prezzi, è stato prolungato. Dalla sua naturale scadenza fissata nella primavera 2018 si passa alla fine de prossimo anno. Nove mesi in più. Tuttavia è stata inserita una clausola che consente di rivedere il piano entro giugno prossimo, se sarà necessario.
Gli effetti sul mercato del petrolio
L’impatto sui mercati di questa decisione è stato immediato. Infatti il petrolio ha subito allungato il passo e l’indicatore chaikin money flow ha evidenziato la forte intensità dei flussi di denaro proventineti sul lato degli acqusiti. Ma quali effetti potranno avere sull’oro nero le decisioni prese dal Cartello? Anzitutto va osservato che la spinta avuta dall’oro nero non è stata così decisa. Parliamo di poco più di mezzo punto percentuale (sia per il WTI che per il Brent). Il motivo è che gli oepratori nell’ultimo periodo si erano già “sintonizzati” sul rpolungamento dei tagli. Non c’è stata alcuna sorpresa quindi per loro.
Inoltre la curva dei future sul petrolio, sempre più in backwardation, ha spinto altre nazioni produttrici a partecipare al piano di tagli. Resta però la minaccia shale oil all’orizzonte. Il boom del petrolio da scisto potrebbe ulteriormente alimentarsi per via dei prezzi in rialzo, e in qualche modo agire da freno rispetto a qualsiasi tendenza rialzista del greggio derivante dall’accordo dell’Opec sul taglio della produzione. Ma il contesto rimane strutturalmente rialzista, e basta vedere la strategia awesome oscillator come funziona in questo caso per rendersene conto. I prezzi stanno consolidando i massimi da giugno 2015.
Un’utlima considerazione: il settore dell’energia è stato completamente ignorato dagli investitori professionali per molto tempo. Adesso però – secondo un sondaggio condotto da Merrill Lynch – è diventato il settore preferito dai gestori di fondi. Un motivo ci sarà.
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