Appena si profila all’orizzonte la possibilità che possa esserci un conflitto in un Paese situato in medioriente, i primi due asset che schizzano verso l’alto nel mercato finanziario sono petrolio ed oro, ovvero le due materie prime che può risentono del nervosismo dei mercati. Il greggio viene interessato per via dei timori che si possa innescare un tracollo crollo produttivo, mentre l’oro perché riprende il suo tradizionale ruolo di bene rifugio.
Anche se l’attacco missilistico USA alla Siria non ha i contorni del vero atto di guarra, quanto più di un avvertimento ad Assad a non tirare ancora la corda, il lancio di 59 missili americani Tomahawk contro la base militare siriana hanno innescato una immediata reazione sul mercato petrolifero, anche se più che altro legata alle possibili tensioni tra USA e Russia.
Il prezzo del petrolio ha reagito subito. I futures sul Wti hanno registrato un rialzo di 1,24 dollari, fino quasi a toccare quota 53 dollari al barile (top dal 7 marzo), ma poi sono ridiscesi verso 52,2. Anche il Brent è salito durante gli scambi a 56,08 (massimo da marzo) per poi assestarsi poco sopra i 55. E’ interessante osservare il grafico del petrolio con l’ADX (vedi qui come usare indicatore Adx forex).
In realtà a sostenere il prezzo del petrolio ci sono sorpattutto gli accordi OPEC e il fatto che la domanda USa sia tornata a salire. E proprio a questi due fattori continuerà a guardare il mercato.
Riguardo invece alla crscita della quotazione dell’oro, il suo prezzo è salito sopra 1.270 dollari l’oncia. Si tratta in questo caso del livello massimo raggiunto additrittura dallo scorso 10 novembre (suggeriamo di osservare il grafico con il Macd, e si può vedere qui come usare indicatore MACD trading).
Per quel che riguarda le prossime evoluzioni del mercato, bisognerà aspettare e capire cosa succederà a livello politico dopo questo peisodio siriano, ma anche alla luce dell’attacco terroristico che c’è stato a Stoccolma.
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