Economia e lavoro

Imprenditori italiani tranquilli: l’euro forte non minaccia il nostro export

L’euro troppo forte per il momento non allarma le imprese. La situazione valutaria è stato uno dei temi caldi affrontati durante il tradizionale Forum Ambrosetti di Cernobbio di inizio settembre, al quale hanno partecipato tutti i volti più importanti della finanza italiana e internazionale. Al centro del meeting il tema delle “sfide globali del futuro e gli impatti sull’economia“. E la situazione dell’euro senza dubbio è una delle sfide più importanti del momento, almeno sotto il punto di vista della BCE.

La divisa unica si è rafforzata contro il dollaro di oltre 10 punti percentuali in questi 8 mesi del 2017. Da quota 1,05 attorno alla quale si navigava a inizio anno, si è passati a 1,20 toccato negli ultimi giorni diverse volte, dopo aver alternato doppio massimo e doppio minimo. L’andamento così impetuoso della valuta unica rappresenta un grosso problema soprattutto per le imprese esportatrici. Infatti la forza enlla nostra valuta rende più costoso per i paesi extra-UE l’acquisto di beni e servizi, generando un conseguente calo della domanda.

Tuttavia al momento non sono emersi gravi ripercussioni dovute al rapporto di cambio tra le due valute. Per questo motivo al momento il problema principale rimane quello di garnatire un andamento costante alla ripresa economica. Se l’euro molto forte dovesse accompagnarsi ad una solida crescita economica, allora si guarderà alla parte mezza piena del bicchiere. Anche perché per far fronte alle perdite dovute al tasso di cambio, essitono tecniche ormai consolidate come la strategia hedging forex, (letteralmente “compertura del cambio valutario”). Tuttavia il timore è che la crescita possa non essere così sostenuta come si spera. In quel caso sì che il rapporto di cambio eccessivamente sbilanciato dalla parte dell’euro potrebbe comportare dei problemi.

L’impressione che si ricava ascoltando i pareri degli invitati al meeting è quindi che non si respira un clima di allarme sul tema cambio. Non solo, secondo un sondaggio condotto tra i partecipanti per il 29,7% il cambio è destinato a rimanere sugli attuali livelli da qui al settembre 2018, mentre addirittura il 36,7% crede che la valuta unica si apprezzerà ulteriormente. Si ritiene in sostanza che la forza della valuta non sia ancora giunta ad un livello tale da minacciare seriamente il nostro export, e che questa soglia potrebbe essere ancora più alta.

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