Economia e lavoro

Economia USA, le nubi rimangono ancora all’orizzonte

Filtra qualche raggio di sole, ma in lontananza rimangono comunque delle nubi sul futuro dell’economia americana. Il recente dato sull’inflazione era atteso con timore da analisti ed economisti, perché si pensava potessero esserci delle brutte sorprese. E invece quelle sorprese sono arrivate in senso positivo. I prezzi al consumo sono cresciuti più del previsto, mentre l’inflazione “core” (quella che la FED osserva con maggiore attenzione) è arrivata all’1,7%, cioè a un passo da quel 2% che è il target finale.

Tanto è bastato per accendere i mercati. Molti speculatori hanno puntato sul possibile rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve entro dicembre. Questa probabilità è incoroprata dai Fed fund al 50%. La conseguenza è stato un forte apprezzamento del dollaro, che ha ottenuto una grossa spinta. Dopo la pubblicazione del rapporto sull’inflazione il biglietto verde ha guadagnato circa mezzo punto percantuale sull’euro, con l’ADX in ipercomprato (si veda qui l’indicatore ADX come funziona). La pacchia sui mercati però è durata poco, visto che il dollaro ha poi ripiegato nuovamente annullando tutti i benefici.

Ma cos’è che turba ancora i mercati? Anzitutto il fatto che ci sarà a breve una riunione del FOMC – l’organo di politica monetaria della FED – che potrebbe chiarire i prossimi scenari riguardo al costo del denaro. L’opinione più diffusa rimane che la Fed cercherà, ancora una volta, di guadagnare tempo. Inoltre guardando i dati si capisce che non tutto funziona a dovere. Le retribuzioni settimanali reali medie ad esempio sono aumentate solo dello 0,9%, in calo rispetto all’1,1% del mese precedente. Questo significa che la ripresa della dinamica retributiva in corso da inizio anno potrebbe essersi conclusa. Per questo motivo molti speculatori hanno lasciato pattern, candele Heikin Ashi, strategie e quant’altro da parte finché non si avranno delle indicazioni più concrete.

Va anche tenuto conto che il passaggio degli uragani Harvey e Irma ha distorto i dati economici attuali e faranno così anche in futuro, visto che serviranno mesi perché la situazione torni alla normalità. Questo potrebbe essere un altro fattore che indurrà la FED a muoversi con molta cautela. Non a caso lo stesso presidente della Fed di New York – Dudley  – ha accennato al fatto che gli uragani potrebbero influire temporaneamente sulla tempistica del prossimo rialzo del tasso.

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