Economia e lavoro

Come affrontare la crisi che ci sta investendo

Durante una crisi le persone tendono a evitare acquisti superflui, e si concentrano su quelli più necessari. Ad esempio si rinuncia a vacanze esose, ad avere 3 o 4 cellulari, ad acquistare l’ultimo vestito di marca.

Si fa attenzione a come si spendono i soldi, e ci si cautela acquistando quelle cose che sappiamo ci saranno sicuramente utili. Compriamo più cose da mangiare, più vestiti (magari di basso costo) e via discorrendo.

Tutto questo in cosa si traduce?

Anche se può sembrare strano, la maggior domanda dei beni di prima necessità permette a chi li produce di alzare i prezzi, viceversa chi produce beni di “lusso”, per riuscire a vendere qualcosa dovrà abbassare drasticamente i prezzi.

Quindi se volete comprare un’automobile, è meglio aspettare che la crisi del settore auto aumenti ancora, e approfittare di un prezzo molto più basso (ma a farne le spese saranno gli operai licenziati dalle fabbriche delle automobili).

Se invece volete cautelarvi con beni di prima necessità cominciate fin da ora a farne provvista prima che aumentino i loro prezzi (a farne le spese saranno coloro che li acquisteranno in seguito, quando i prezzi saranno aumentati per l’accresciuta domanda).

Naturalmente un simile comportamento amplificherebbe gli effetti della crisi (i produttori di beni superflui andrebbero tutti in fallimento, portando al lastrico tantissime famiglie), e per questo seguirlo significa agire bene nel breve periodo, ma poi condannarsi nel lungo periodo.

Ecco perchè in questi momenti si cercano di aumentare i soldi in circolazione (rendendo i prestiti più a buon mercato), proprio per spingere le persone a continuare ad acquistare i beni che acquistavano precedentemente.

L’economia volenti o dolenti è retta dal consumismo, è dunque necessario continuare ad acquistare prodotti, altrimenti chi quei prodotti li produce dovrà dapprima abbassare i prezzi (riducendo i propri margini, licenziando impiegati o abbassando gli stipendi), e poi dichiarare fallimento.

Pertanto speculare su queste leggi, aspettando che i prezzi di molti beni calino diventa un bumerang, perchè facciamo parte tutti di una stessa barca, e se le aziende iniziano a fallire l’una dopo l’altra, è impensabile pensare di rimanerne immuni (tranne che non si sia ricchi e potenti).

Ricordiamoci che tutto ciò innesca un circolo vizioso, perchè chiaramente chi viene licenziato sarà costretto a non spendere inutilmente i pochi soldi che gli rimangono (per lui questa sarà una necessità e non più una scelta), moltiplicando così gli effetti della crisi.

Ora chiedetevi cosa è più importante, ciò che è bene per voi adesso, o ciò che è bene per tutta la comunità in futuro? A seconda della vostra risposta saprete come agire.

Non c’è un bene o un male assoluto, l’importante è esser econsapevoli delle proprie scelte e comprendere come anche ciascuno di noi singolarmente può fare la differenza, anche semplicemente dando l’esempio.

 

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