Lo zafferano, è un piccolo e delicato fiorellino composto da petali violacei, dagli stammi gialli e da tre stimmi color rosso scarlato, che una volta essicati prendono proprio il nome di zafferano.
Lo zafferano fiorisce solo nel mese di novembre, dove immense distese di fiori viola, invadono i campi che si riempioni di persone dedicandosi alla rocaldo del bellissimo fiore viola.
Lo zafferano non cresc spontaneo ma viene coltivato, il magior produttore i taliano di zafferano è la Sardegna, e all’interno di essa la produzione si concentra in un piccolo paesino di nome Turri situato nel medio campidano.
Lo Zafferano di Turri è coltivato dalla famiglia Picchedda che da generazioni produce grosse quantita di zafferano destinate ai più fini palati del mondo.
A Turri vive anche Maria Itria Paulis ha anche scritto un importante libro di ricette sullo zafferano di sardegna.
Lo Zafferano si consuma essiccato, in stimmi intieri o macinati.
Gli stimmi intieri prima di essere utilizzati devono essere macinati, riscaldandoli sul coperchio di una pentola e poi una volta tornati a temperatura ambiente schiacciandoli con la pancia di un cucchiaio.
Una volta frantumato la polvere di zafferano è preferibile scioglierla in poca acqua tiepida e poi versarlo direttamente sul piatto in tavola.
Le pietanze con lo zafferano sono veramente tante, può essere utilizzato per condire primi a base di pasta e riso, secondi di carne o pesce, dolci e in tante altre fantasiose ricette; e molto utilizzato anche per aromatizzare numerosi liquori e amari molto noti.
Lo zafferano è una cultora molto particolare, difficile, e molto laboriosa. Basti pensare che per ottenere un solo chilogrammo di zafferano sono necessari almeno centomila fiori, i quali è utile ricordarlo devono essere tutti, uno ad uno, lavorati manualmete.
Infatti, tutti i fiori di zafferano che quotidianamete fioriscono sul campo devono essere, manualmete raccolti e successivamente lavorati.
La lavorazione dello zafferano è stato per lunghissimo tempo anche un modo di riconciliazione familiare, dove, tutta la famiglia era intenta ad un unico obiettivo che era quello di ultimare la mondatura (processo mediante il quale si separano i tre stimmi rossi dal resto del fiore) dello zafferano raccolto durante la giornata.
Una volta che tutti gli stimmi sono separiti, questi devono essere essiccati, in una fonte di calore molto tenue per evitare di brucciarli, ma soprattutto per conferirle un aroma intenso.
Lo zafferano essiccato si mantiene per diversi anni, conservato in ambienti freshi e privi di umidità, nonchè all’interno di contenitori che lo preservino all’esposizione dei raggi solari.
Recentemete lo zafferano prodotto in sardegna ha ottenuto il marchio dop, pertanto lo zafferano di sardegna è oggi dop.
Curiosamente in sardegna esiste una situazione paradosale, esiste una sola azienda che produce zafferano, precisamene a turri e si chiama itria. Itria è l’unica azienda in sardegna autorizzata a produrre zafferano italiano dop.
Sullo zafferano ci sarebbe da parlare per molto tempo, ha una storia antichissima, conosciuta da molti popoli del nostro pianetà e introdotta in italia certamente da tenaci viagiatori rientranti da territori pieni di cultura.
Infine è utile ricordare che se sei interessato a conoscere lo zafferano, non puoi perderti le visite gratuite di turri durante la fioritura dello zafferano. Centinaia di visitari si riversano ai bordi dei campi, per vedere con i propri occhi, decine di lavoratori intenti a effettuare quella corsa contro il tempo….che è la raccolta dello zafferano. Utile segnalare il sito www.zafferanoitria.it dove troverai importanti notizie sullo zafferano.
Grazie per aver letto questo articolo essendo consapevoli che è stato scritto da una persona che nutre una vera passione verso lo zafferano.
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