Per un quarantenne ( come me ), che è cresciuto con i fumetti di Tex, si è appassionato alle avventure di Corto Maltese, agli intrighi spionistici di Max Friedman, ecc. oggi il panorama fumettistico sembra desolante. Il fumetto realistico, dove il disegno rappresenta la realtà il più possibile vicina a come appare e dove la trama è solida e articolata, sembra non avere più posto nel mercato editoriale, almeno in quello italiano. A parte le puntuali ristampe dei classici, oggi praticamente nessun autore viene pubblicato e vende lavorando in quel modo. Purtroppo lo dico da addetto ai lavori ( cioè da disegnatore e autore ), dato che, dopo un po’ di anni di discrete collaborazioni con case editrici anche abbastanza importanti, e con un disegno iperrealista che risente fortemente di quella tradizione, negli ultimi tempi dagli editori mi sento ripetere sempre la stessa cantilena: per questo stile oggi non c’è mercato. Il che significa, in sostanza, che non ci sono lettori.
Le nuove generazioni leggono massivamente i manga e i webcomics.
Per quanto riguarda i manga, bisognerebbe fare un sacco di distinzioni. Sono manga anche, per fare un esempio, i fumetti di Taniguchi, che quanto a ricchezza di dettagli, lentezza della storia, atmosfere e quant’altro sono quanto di più lontano si possa immaginare dal manga stereotipico. Ma è chiaro che il manga “di massa” non è quello.
Per quanto riguarda i webcomics: il fumetto per il web deve adattarsi al suo pubblico. E c’è poco da fare, il lettore sul web è abbastanza frettoloso e superficiale. Non è, sia chiaro, una critica ai lettori. E’ il mezzo stesso che porta a questo. Io per primo, quando leggo sul web, sono molto più frettoloso e superficiale di quando leggo su carta. E un fumetto fatto per il web deve tenerne conto: non può essere lungo, qualche vignetta o al massimo qualche striscia. Non deve essere complesso, con vari piani di lettura, intrecci complicati ecc. deve essere un flash, magari con qualche sottinteso, qualche spunto che faccia riflettere, ma il minimo e quasi subliminale. Cosa essenziale: deve divertire. Lo stesso vale per il disegno: niente fronzoli, tanto il lettore non starà a indugiare sui dettagli. Un segno essenziale, che colpisca al primo sguardo.
Gli autori più osannati di webcomics, di tanto in tanto pubblicano libri che raccolgono la loro produzione, e che grazie al seguito che hanno raggiunto su internet vendono piuttosto bene. Ottima roba, divertente. Ma si tratta pur sempre di webcomics trasposti su carta.
Per chi come me rimpiange il fumetto realistico, a quanto pare non resta che rileggersi i classici.
Ma è possibile che non ci sia più nessuno, a parte me, che ama quel tipo di disegni e di storie, e che ne vorrebbe leggere di nuove ? Io non riesco a crederlo. Certo, saremo una nicchia, una piccola nicchia silenziosa tagliata fuori dalle scelte massimaliste del mercato.
Per questa nicchia di lettori ho creato il sito “Prove d’autore”, dove pubblico, in visione libera ( già siamo in pochi, se chiedo pure dei soldi… ) un po’ di lavori nello stile dei classici di quella che Pratt chiamava “letteratura disegnata”. Spero che i visitatori trovino qualche lavoro di loro gusto, capace
di farli indugiare nella lettura e di abbandonare la velocità e la dispersività tipica del web, magari di mettere il sito fra i preferiti, abbandonare la pagina e poi ritornare dopo qualche giorno per continuare, come si fa con i libri di carta.
Gabriele Gamberini
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