Se la città di Firenze riscontra quotidianamente un notevole successo di pubblico, il motivo è da ricondurre all’abbondanza di monumenti e luoghi di culto arrivati fino a noi dal passato. Il capoluogo toscano, infatti, si sviluppò come Comune, per poi imporsi come riferimento nel mondo medievale e rinascimentale.
Fino all’undicesimo secolo Firenze assumeva un ruolo secondario rispetto alle più blasonate Siena e Pistoia. Con l’allargamento dei commerci attuato dai mercanti fiorentini e la vicinanza alle vie fluviali sull’Arno, anche l’economia fiorentina si distinse in Toscana e nel resto d’Italia.
Gli edifici che ora ospitano hotel o altre strutture recettive nacquero come residenze, proprio con l’intento di elevare il prestigio cittadino e condurre una guerra culturale, oltre che militare. Grazie all’influenza della famiglia dei Medici, furono tenuti a corte artisti di primo livello, che inventarono e svilupparono lo stile rinascimentale.
Concorsero a sviluppare il Rinascimento più fattori. Da una parte il desiderio di uscire dai canoni pittorici e scultorei tradizionali, legati allo stile gotico internazionale; dall’altra, l’uomo fu posto per la prima volta al centro dell’attenzione letteraria e culturale, al posto della divinità cristiana.
Lo stile rinascimentale, così, andò a ritroso nel tempo per cercare i valori della classicità, con forme e geometrie proprie dell’era antica. Più palpabili sono i cambiamenti nelle tecniche pittoriche e degli affreschi. Per la prima volta nella storia dell’arte mondiale, furono rispettate le regole proprie della prospettiva lineare centrica. Gli affreschi e i polittici realizzati da Masaccio sono i primissimi esempi.
L’arte scultorea risentì immediatamente delle nuove concezioni; esempi indiscutibili sono i crocefissi realizzati da Donatello e Brunelleschi, non a caso definiti i padri del Rinascimento rispettivamente nella scultura e l’architettura.
Firenze è ricca di testimonianze artistiche risalenti al Rinascimento, e il centro storico è un sovrapporsi di palazzi e chiese.
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