Cinema

Noi siamo Infinito, la recensione

 

Noi siamo finito nasce nell’estate del 2011, dalla trasposizione sul grande schermo del romanzo epistolare scritto da Stephen Chbosky; una notizia che forse non sorprende se si riportano alle mente tutte le volte che si è entrati in sala, in particolar modo negli ultimi anni, per osservare un grande o minore romanzo o romanziere prendere vita sul grande schermo.

 

Noi siamo infinito ha dalla sua il merito e la particolarità di aver reso il suo scrittore il regista della  trasposizione cinematografica, così da poter ritratteggiare in maniera estremamente coinvolgente, fedele e toccante tutta la tensione emotiva sulla quale si costruiscono le storie dei personaggi del romanzo. Ad arricchire il tutto, una colonna sonora finissima e meravigliosa dalla quale spicca imperiosa la famosissima e ricorrente Heroes del Duca Bianco, un cast giovanissimo, estroso e vitale, capitanato da una Emma Watson in grado di mostrarsi nel pieno della sua personalità e maturità recitativa, ed una storia che nell’arco di 90 godibilissimi minuti, esplora in maniera delicata e allo stesso tempo struggente, tutto quel complesso universo di entusiasmi, dolori cocenti e passioni sconsiderate che animano un composito gruppo di quasi adulti. Charlie e i suoi amici, Patrick eSam, questo universo lo rappresentano appieno, Charlie al primo anno delle scuole superiori, cerca con difficoltà ed un’ estrema solerzia negli studi, di costruirsi un ruolo tra i suoi coetanei, mentre Parick e Sam, alle soglie del mondo universitario, cercano di costruirsene uno nel mondo.

 

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