Parliamo del trasporto cavalli che dalla Spagna e dai paesi dell’Europa dell’Est, con viaggi anche di 48 ore non-stop, arrivano in Italia senza aver mangiato né bevuto e con temperature che, nei mesi caldi, superano anche i 40°. Si tratta ovviamente di trasporto cavalli effettuato in modi illegali (su van, trailer o camion), e non ha senso dire che tanto quei cavalli stanno andando al macello. Il nostro paese è quello dove si registra il più alto consumo di carni equine, anche se fortunatamente il trend degli ultimi dieci anni è in flessione.
Il trasporto cavalli vivi con destinazione il macello è un atto di crudeltà pura e semplice, niente di simile a quanto prevede la legge europea che impone che i cavalli siano tenuti in box singoli durante il viaggio a mezzo trailer o a mezzo van e siano fatti scendere ogni 6/8 ore per abbeverarsi e muoversi un po’. A seguito delle tante pressioni esercitate dalle Associazioni animaliste, la Commissione Europea competente ha appena proposto norme più severe e stringenti tese a ridurre i tempi di viaggio e soprattutto la densità di carico dei cavalli che vengono portati al macello.
Oltretutto le inutili sofferenze inflitte in questo tipo di trasporto ai cavalli, si traducono in una minore qualità della carne e, di conseguenza, anche in gravi problemi di salute dei consumatori. Ma soprattutto, parliamo di inutile crudeltà perché il trasporto cavalli vivi potrebbe essere tranquillamente sostituito dal trasporto di carni refrigerate.
Sicuramente i consumatori non sono affatto informati sulla provenienza di questa carne, tanto che l’acquisto della stessa avviene esclusivamente dal macellaio di fiducia dove si va chiedendo carne “fresca”. I consumatori non sanno nulla delle condizioni oscene in cui un trasporto cavalli porta le bestie dalla Lituania in Italia. Nessuno di noi si chiede cosa succede dentro quei trailer o quei van che incontriamo sulla strada e che recano la scritta trasporto cavalli sulle fiancate.
Le conseguenze alimentari di queste inutili crudeltà sono principalmente due: anzitutto la enorme fatica a cui sono sottoposti i cavalli durante il trasporto, fa consumare loro grandi quantità di glicogeno e questo rende le loro carni dure, secche e scure. E spesso presentano anche ecchimosi e lesioni varie. Inoltre spesso le carni macellate presentano tracce di salmonella, che possiamo riconoscere dal loro aspetto pallido e molle.
Una ricerca della FAO ha stabilito che il trasporto cavalli su lunghe distanze è un micidiale mezzo di diffusione di malattie. Il maltrattamento subito dai cavalli li rende più soggetti alle infezioni. Una ricerca effettuata da università americane ha stabilito strumentalmente che già dopo soli 45 minuti dopo che i cavalli vengono ammassati su un camion il livello di salmonella nelle feci sale fino quasi al 50% in più rispetto al momento della partenza, e la percentuale di cavalli infetti che arrivano al mattatoio è di circa il 90%. Per non dire di quanti decessi avvengono già a bordo dei camion o subito dopo l’arrivo.