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Il caldo globale: il pianeta e l’uomo si ammalano

L’allarme in Italia scatta nel 2003 quando si registrano circa 35.000 morti per l’eccessivo caldo. Un valore mai registrato prima, un problema mai emerso fino a poco tempo fa. A sentirne di più sono maggiormente gli anziani.

 

L’incremento del riscaldamento atmosferico su scala globale è una realtà a cui non possiamo più venir meno d’affrontare, esso ha conseguenze già ampiamente dimostrate, non solo a livello sanitario ma anche a livello ecologico e rappresentano forti ed inequivocabili segni della sua urgenza.

 

Si stima che la mortalità, per ogni grado crescente di temperatura atmosferica, aumenti del 3%, sopratutto nelle aree urbane dove lo smog e l’isola di calore che ne deriva, peggiora ulteriormente la situazione.

 

Questo è solo un piccolo effetto del riscaldamento globale e delle ondate di calore a cui stiamo andando in contro. Bisogna aggiungerne molti altri, primo tra cui il cambiamento ecologico. I più gravi per la sanità sono gli eventi estremi sempre più frequenti. Inondazioni, alluvioni, tempeste di vento, siccità, sempre più intense, provocano sempre più morti, disabilità, diffondono malattie, interrompono servizi, creano disagio socioeconomico. Si può citare il caso di una ipotetica rottura delle fognature ed una contaminazione, quindi, da acque reflue. Il 2,6% del territorio nazionale è a rischio inondazione. Ci sono malattie legate alla catena del cibo e dell’acqua, come quelle diarroiche. Generalmente l’aumento della temperatura causa un incremento di salmonellosi. L’alta concentrazione di ozono che si verifica sopratutto presso i centri urbani e specialmente nelle giornate più calde aumenta la frequenza di patologie cardiorespiratorie.

Anche la migrazione geografica di specie animali e vegetali a seguito dell’alterazione climatica deve esser tenuta da conto. Gli insetti sono vettori comuni di malattie che stanno prontamente aumentando nel nostro paese. La Febbre del Nilo occidentale e la leishmaniosi viaggiano verso nord e arrivano a noi in forme sempre più aggressive: in Italia sono stati registrati più di 500 casi di leishmaniosi. Più precoci e intense anche le allergie per i tempi accelerati  delle fioriture e la dispersione di pollini.

 

A sottolineare questi aspetti sono Apat e Oms in un report sulla Salute e Cambiamenti Climatici in Italia che ben presto verrà presentato al mondo politico. Lo scopo è ovviamente quello di indirizzare il governo verso un’azione di programmazione e di interventi adeguati all’attuale situazione. Le linee raccomandate da seguire sono principalmente due: ridurre il problema alla  fonte abbattendo le emissioni nazionali di anidrite carbonica, riciclando quanto più possibile e gestendo al meglio il consumo d’acqua; compensare con interventi preventivi di allarme anche sui disastri naturali o sulla concentrazione di pollini. Questa azione è imprescindibile dalla messa in essere di un attenta rete di monitoraggio sulla salute umana e sulle condizioni idriche.

 

Il paese ha veramente molto da fare: nel 2005 le emissioni di CO2 erano aumentate del 12% quando gli accordi internazionali cui abbiamo preso impegno di rispettare prevedevano un abbattimento del gas serra più discusso del 6,5% da attuare entro il 2012 rispetto ai valori di riferimento del 1990!

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