Una superficie complessiva di 10.300mq distribuita su 3 livelli, una sala controllo di circa 1700 mq con apparecchiature e tecnologie all’avanguardia, 2 piani per gli uffici, spazi per l’alta vigilanza, aree esterne per la viabilità e i parcheggi e una qualificazione energetica fuori dal comune: l’edificio complesso ideato da Rete Ferroviaria Italiana ha tutti i numeri per rivoluzionare e migliorare la qualità del trasporto ferroviario del nostro Paese, assegnando all’Italia, e in particolare al nodo di Milano, un ruolo strategico nel futuro dei sistemi di trasporto intelligente. Se ,infatti, gli obiettivi immediati del progetto sono la regolarizzazione della velocità dei treni, la gestione degli scambi e il controllo centralizzato della linea ad Alta Velocità da Milano a Napoli, Rete Ferroviaria Italiana, con una forte proiezione verso il futuro, guarda al domani e punta a governare, tramite l’alta tecnologia della nuova sala controllo, anche gli assi della rete ferroviaria ad Alta Velocità trans-europea che collegano Milano a Lione e Milano alla Russia.
Un progetto lanciato verso il futuro quindi, ma che, trova le sue fondamenta nel passato e, più precisamente, nel recupero e nella riqualificazione di edifici preesistenti, in un’area di proprietà RFI, utilizzata come parco ferroviario parzialmente non operativo e impegnata da capannoni con tetto a falde risalenti agli anni ’30. Il progetto elaborato da Rete Ferroviaria Italiana prevede il recupero dei capannoni, la parziale demolizione degli stessi e la successiva riunificazione in un unico edificio mediante la realizzazione di un nuovo corpo, annesso nella parte centrale demolita. L’articolazione volumetrica prevista è quindi riconducibile schematicamente ad un organismo composto dai 4 corpi di fabbrica dei capannoni esistenti a cui si aggiunge il nuovo corpo centrale, distinguibile dai precedenti per sagoma e materiali. Nel rispetto dei vincoli imposti dalla sovraintendenza (vincoli di vetustà, legati quindi all’età degli edifici), i capannoni hanno mantenuto il loro aspetto originario con tetto a falde in coppi e facciate in muratura o intonacate; la parte nuova, invece, ha forma e aspetto del tutto moderni con una sezione rotonda e un rivestimento in zinco titanio. Il sorprendente contrasto di materiali che si viene così a creare tra la parte in laterizio e quella in zinco titanio è precisa conseguenza della volontà di marcare con forza le diverse destinazioni d’uso dell’edificio anche formalmente: l’altissimo livello tecnologico della sala controllo nella parte moderna è immediatamente riconoscibile fin dall’esterno e perfettamente distinguibile dagli uffici ospitati nei capannoni preesistenti. L’intervento non si è fermato al recupero dei capannoni e alla costruzione del nuovo edificio, ma si è esteso anche alla riqualificazione delle aree esterne a stretto servizio con questo: immaginando un numero di utenti importante, RFI ha dotato l’area di un vasto spazio per i parcheggi e modeste zone verdi.
Per la fase esecutiva, nella definizione di tecnologie costruttive rispondenti alla particolare destinazione d’uso dell’edificio (con grande attenzione agli aspetti legati alla manutenzione, alla salubrità degli ambienti e al risparmio energetico), la scommessa di Ecosfera è stata quella di qualificare l’involucro edilizio dell’edificio dal punto di vista energetico. Nonostante le difficoltà oggettive, rappresentate dalla vetustà degli edifici preesistenti, l’intero organismo risponde alla classe energetica B, eventualmente estendibile, in futuro, con piccoli potenziamenti della dotazione impiantistica, alla classe energetica A. La proiezione verso il futuro caratterizzante l’intero approccio progettuale di Rete Ferroviaria Italiana è divenuto, quindi, qualificante anche in fase esecutiva, producendo risultati di eccellenza.
Con una sintesi estrema si può affermare che il futuro e il passato s’incontrano nell’edificio complesso di Rete Ferroviaria Italiana con risultati sorprendenti e senza precedenti in Italia.
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