La Puglia, per tradizioni, retaggi e peculiarità, ha sempre puntato su un turismo stagionale e sulla bellezza delle sue coste. Poche, infatti, sono le città in grado di garantirsi un flusso costante di visitatori anche lontano dalla bella stagione. Gli hotel di Otranto o i b&b a Ostuni, però, lavorano a pieno regime per tutto l’anno. Otranto e Ostuni presentano molte differenze: il primo è un borgo da appena 5.000 abitanti, il secondo supera le 30.000 presenze fisse; il borgo in provincia di Lecce e quello del brindisino, però, trovano anche diversi punti di convergenza.
Ostuni e Otranto
Sia Ostuni che Otranto sorgono sulla costa adriatica ed entrambe le realtà svolsero un ruolo di riferimento nel corso dei secoli XV – XVII per ciò che concerneva il traffico marittimo e le attività mercantili. Trattandosi di due centri relativamente ricchi e di due snodi di significativa importanza dal punto di vista politico-militare, Ostuni e Otranto furono interessati nel corso della loro storia millenaria da continue invasioni e da un sistematico avvicendamento al potere. Ciò che resta oggi sono due borghi ricchissimi dal punto di vista artistico in cui le istanze e gli stilemi bizantini, rinascimentali, gotici e barocchi convergono e si armonizzano con equilibrio e suggestione. Anche per tale ragione, Ostuni e Otranto restano mete di riferimento per il turismo di Puglia.
I drammi del martirio e della peste
Seppur in epoche e secondo dinamiche del tutto differenti, Ostuni e Otranto condividono anche una storia di sofferenze inenarrabili e che segnarono profondamente l’intera identità dei posti. Otranto fu a lungo minacciata dall’esercito Ottomano che, nel corso del 1480, riuscì a fare breccia nelle difese idruntine e ad espugnare la città. L’armata turca, guidata da Maometto II, saccheggiò la città e impose alla cittadinanza di rinunciare al Cristianesimo per abbracciare la fede islamica. Oltre 800 abitanti, che rifiutarono la conversione, furono trucidati, entrando alla storia come i Martiri d’Otranto. Ostuni visse il proprio dramma nel corso del ‘600: la famiglia mercantile dei Zevallos aveva acquistato la città dagli Asburgo. Dopo anni di malgoverno, Ostuni fu afflitta da una violenta epidemia di peste che ridusse la popolazione da 17.000 a 10.000 mila abitanti. Si narra che solo la presenza massiccia di calce, da sempre utilizzata per imbiancare gli edifici, salvò la città dalla totale distruzione: la calce, infatti, svolge una naturale funzione disinfettante e fu fondamentale per limitare le dimensioni della pandemia.
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