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Cosa farebbero i lavoratori italiani se vincessero al Superenalotto?

Cosa farebbero i lavoratori italiani se vincessero al Superenalotto? Lotterie varie, Totocalcio, Bingo: sono molti i giochi a premi frequentati dagli italiani. Ma cosa farebbe il lavoratore medio italiano se diventasse miliardario grazie al Superenalotto? Il sito www.bancalavoro.com lo ha chiesto ai propri "naviganti": Il 47,3% se ne andrebbe alle Maldive senza nessun tipo di progetto: andrebbe e basta. Solo al (poco probabile) ritorno deciderebbe se tornare al lavoro e come, cioè secondo quali condizioni. Il 16% ha le idee chiarissime: smetterebbe subito di lavorare. Lo stesso dicasi del 15,3%, che invece continuerebbe a fare lo stesso lavoro (perchè piace? o perchè cambiare fa paura?). L’11,6% continuerebbe a lavorare ma cambiando posto. Mentre il 9,5% darebbe libero sfogo ai propri istinti di rivalsa: comprerebbe la società in cui lavora e licenzierebbe tutti i suoi capi. Chissà quante volte, esasperati dallo stress, abbiamo pensato: “basta, mollo tutto!”. In realtà, ci sono molte persone che hanno abbandonato la loro vita in città e il loro lavoro per crearsi un’alternativa, magari, dall’altra parte del mondo. Qualcuno di loro ce l’ha anche fatta, mentre altri sono tornati sui loro passi. Se volete qualche consiglio a proposito di come riuscire ad “evadere” dalla quotidianità, date un’occhiata al sito www.mollotutto.com, dove troverete il trailer di un film dedicato a chi ha deciso di sparire e cambiare vita. E’ il sogno di molti: mollare tutto in Italia e andare a vivere stabilmente in un Paese dove è sempre estate, ricominciando con un nuovo lavoro, magari in campo turistico. Qualcuno ci riesce. «Due anni fa ho lasciato Milano, dove facevo l’impiegato, per aprire un bar nella capitale cubana» racconta un milanese. «Ho trasferito in banca all’Avana tutto ciò che avevo: 48.000.000 delle vecchie lire. Mi sono comprato un piccolo alloggio sul mare e ho aperto il locale in società con un cubano, senza indebitarmi». A questo signore è andato tutto bene, ma non a tutti quelli che tentano questa avventura va altrettanto bene: alcuni sono costretti a rientrare in patria, doppiamente frustrati perché hanno perso, insieme ai risparmi, anche la speranza, come testimonia un commercialista di Reggio Emilia che ha assistito due reggiani che hanno aperto un bar-ristorante nell’isola di Aruba, nei Caraibi, e sono dovuti rientrare in patria con la coda fra le gambe… La tua vita non ti piace più? Il posto dove vivi non ti piace più? Quante volte hai pensato: "basta mollo tutto e vado a vivere su un’isola deserta!" Ma poi per l’abitudine a reiterare comportamenti che conosci non lo hai mai fatto. Forse hai paura di fronte ad una scelta del genere e ti nascondi dietro le tue paure facendole diventare comode certezze: "in fondo qui sto bene, di cosa mi lamento? C’è chi sta peggio." Ma perchè accontentarsi e non fare ciò che si desidera veramente? Io dico per paura! Ci sono molti tipi di paure, ma due sono quelle fondamentali. La prima è che vedi la vita che sta passando e vedi te stesso che non ha ancora vissuto. Questo genera panico: il panico che la vita ti sta sfuggendo di mano, ogni momento hai sempre meno vita e non hai ancora vissuto. La seconda paura è che la vita, alla fine, conduce alla morte. La morte è la cigliegina sulla torta della vita e dato che la morte fa parte della vita, anche la paura della morte si può riassumere nella paura della vita. La paura di vivere è quindi la paura fondamentale che ti blocca. Arrenditi alla vita e vinci le tue paure! Concedetevi una lunga vacanza – almeno un mese – nel Paese che vi interessa; investite questo tempo non in spiaggia ma per farvi un’idea sulla situazione dei business locali o delle prospettive di quello che vorreste esportare. Analizzando soprattutto i potenziali concorrenti. Rivolgetevi subito uno studio legale (magari chiedendo consiglio al Consolato Italiano) a cui fare riferimento in seguito per ogni pratica. Non comprate nulla (soprattutto la casa) né firmate contratti senza l’assistenza dello studio legale locale: leggi e consuetudini possono essere diverse dalle nostre e nascondere trabocchetti spiacevoli. Organizzate tutto d’intesa col vostro commercialista in Italia. Trasferirsi in un paese tropicale, lontano da nebbia e smog, si può! Basta una buona idea e qualche risparmio. Attenzione però a non sottovalutare i rischi. Qui trovate tutti i suggerimenti: www.mollotutto.com

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