Milano, 30 giugno 2011 – Dopo le ultime notizie che sembrano dare per certa la volontà, da parte del Governo, di chiudere l’ICE – Istituto Nazionale per il Commercio Estero – anche la FIAMP – Federazione Italiana dell’ Accessorio Moda e Persona –, impegnata ieri nel suo Consiglio Generale, si sente in dovere di prendere una posizione in merito alla querelle e lo fa pensando soprattutto alle tante PMI italiane, che nella dimensione competitiva globale, hanno saputo mantenere e trovare opportunità in mercati particolarmente difficili grazie anche al sostegno del Governo, del Ministero per lo Sviluppo Economico e appunto dell’ICE.
La FIAMP, che riunisce le associazioni legate al mondo della moda e dell’accessorio (scarpe, borse, gioielli, occhiali e pellicce), ha fra i suoi obiettivi anche quello di sostenere i diversi settori in un progetto di sviluppo e penetrazione di mercato sinergico e, in questo, ICE si è rivelato attore fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi, affiancando, in maniera puntuale ed efficace, le PMI nelle attività di export anche in quei Paesi più difficili da raggiungere.
«Siamo consapevoli del fatto che sia necessaria una rivisitazione delle diverse realtà istituzionali che operano per la promozione delle produzioni italiane all’estero, Ice in primis», spiega Cirillo Marcolin, Presidente FIAMP. «L’ottica deve essere quella di una miglior razionalizzazione e di una riduzione delle sovrapposizioni di attività tra i vari enti preposti all’internazionalizzazione delle imprese. L’ICE ha ben supportato le nostre esigenze: sicuramente si possono individuare razionalizzazioni, destinando però sufficienti risorse finanziarie alla progettualità a sostegno delle imprese; senza comunque eliminare le funzioni strategiche dell’Istituto, del quale le nostre aziende non possono fare a meno soprattutto in un momento così particolare per l’economia mondiale.»
La ripresa sembra iniziata, ma aziende e imprenditori devono ancora essere agevolati e sostenuti soprattutto quando si parla di internazionalizzazione. Alla luce del fatto che anche altri Paesi europei si avvalgono di strutture governative dedicate alla promozione sui mercati più difficili, non si può pensare di essere i soli a poterne fare a meno.
«Ci auguriamo che il Governo opti per mantenere il giusto sostegno all’internazionalizzazione delle PMI dei nostri settori, che vogliono continuare a rappresentare una eccellenza per il Made In Italy.
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