La ptosi palpebrale è una delle malformazioni che possono colpire nel tempo pazienti di qualunque età. Trattandosi di un cedimento della palpebra supreriore dalla sua posizione naturale, spesso causa difficoltà alla vista con cui il paziente è costretto a vivere. La chirurgia plastica ricostruttiva, volta a migliorare le funzionalità eliminando eventuali imperfezioni, fornisce una soluzione per questo tipo di malformazione.
Purtroppo su questa patologia molto frequente, esistono poche informazioni su come possa essere risolta. Il chirurgo plastico milano, Dott. Luciano Lanfranchi, sul suo sito dedica un’intera sezione a spiegare come il fenomeno, sia nella sua forma congenita che acquisita e post traumatica, possa essere curato con un intervento di chirurgia oculoplastica apposito da studiare secondo la storia specifica della malformazione.
La procedura chirurgica infatti varia a seconda della tipologia di ptosi palpebrale e se questa è monolaterale o bilaterale ma in genere l’intervento viene fatto in anstesia locale con una durata media di un’ora e mezza per palpebra. Specie per il tipo di ptosi palpebrale acquisite è fondamentale ricostruirne la storia di insorgenza in quanto potrebbe anche essere causa di malattie neurologiche o degenerative e quindi far scaturire la necessità di consultare un neurologo oltre che correggere la singola malformazione insorta.
Capita anche che questo tipo d’intervento possa essere associato a quello di blasferoplastica andando a correggere entrambe le malformazioni in un’unica seduta, visto che utilizzano lo stesso tipo di strumenti microscopici.
È buona prevenzione, quindi, di tanto in tanto recarsi dal proprio medico e controllare che le proprie palpebre non subiscano degli abbassamenti anomali ed in tal caso rivolgersi per tempo ad un chirurgo specializzato.
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