Tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009, la crisi finanziaria internazionale ha prodotto effetti sempre più vasti sull’economia reale.
L’impatto della recessione sulla domanda di lavoro non è solo di tipo quantitativo, non bisogna trascurare i cambiamenti che stanno subendo i profili e le posizioni professionali, i tipi di corsi e gli indirizzi di studi. Nella situazione attuale si possono individuare delle tendenze particolari per i laureati. Sono in flessione gli sbocchi nel settore privato con una riduzione del -21% per il lavoro dipendente e autonomo, valore superiore alla contrazione registrata nel settore pubblico, stimata al -17,6%. Nonostante questo ridimensionamento, l’industria e i servizi esprimono ancora oltre l’82% della domanda totale di laureati; sebbene di entità molto limitata, la domanda da parte del settore agricolo è l’unica in aumento con 600 unità in più.
La contrazione del -26% della domanda di lavoro dipendente spinge l’attività autonoma, anche se gli spazi di intrapresa che il sistema economico può mettere a disposizione sono anch’essi in riduzione. Complessivamente gli avvii di attività autonome per i laureati sono previsti in riduzione del 13%, per cui la relativa quota sul totale passa dal 37,6% al 41,4%. Sempre più imprese assumono persone con la laurea triennale, infatti i corsi triennali hanno conquistato terreno in termini relativi nel 2009, grazie ad una flessione del -13,2%, decisamente più contenuta rispetto al -31,2% dei corsi specialistici. La rispettiva quota sul totale passa quindi dal 20,9% al 25,5%. Il rapporto tra i due tipi di corso rimane però ancora squilibrato a favore delle lauree specialistiche, segno di un apprezzamento non ancora molto diffuso da parte delle imprese circa la preparazione dei laureati di primo livello. Nel dettaglio, per le aree disciplinari più specialistiche, quella scientifica, economico-sociale, ingegneria, giuridica, la quota delle assunzioni riservate ai laureati dei corsi triennali è ancora bassa, registrando valori compresi tra il 18 e il 25%, mentre raggiunge quasi il 50% l’area umanistica e il 70% l’educazione fisica. Le imprese private e dell’industria hanno una maggiore apertura nei riguardi dei giovani laureati alla ricerca del primo impiego, infatti nel 2009 si è ridotta la tendenza dell’impresa di assumere laureati con una precedente esperienza di lavoro. Quest’anno i posti di lavoro per i laureati senza esperienza dovrebbero ridursi del 24,8% a fronte del 31% previsto per i laureati con esperienza. Tra questi, i laureati con titolo triennale sono attesi in riduzione appena dell’1,4%, e addirittura in aumento nel settore terziario. Quindi le imprese hanno la tendenza a lasciare maggiore spazio ai giovani, con l’unica eccezione di segno negativo per i diplomati. La maggiore propensione delle imprese a dare lavoro ai giovani laureati riguarda soprattutto le due maggiori aree disciplinari, ingegneria-architettura ed economia, inoltre, in aumento rispetto al passato, le assunzioni di laureati under 30 nell’area medica e umanistica.
Economia e lavoro
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