La vicenda del ritratto di Isabella d’Este ha tutte le caratteristiche del giallo e ha appassionato importanti studiosi di Storia dell’Arte per più di cinque secoli. Veronica Artioli, collaboratrice di Sette, ha rivelato i dettagli di una scoperta avvenuta tre anni e mezzo fa.
LEONARDO DA VINCI E ISABELLA D’ESTE: LA GENESI DEL MISTERO
Risale addirittura al 1499 la genesi della querelle sul presunto dipinto realizzato da Leonardo in onore della marchesa Isabella d’Este. In quel periodo l’artista, come sottolinea Veronica Artioli nel suo testo, trovò riparo a Mantova presso la corte dei Gonzaga per sfuggire all’esercito francese. Qui, Isabella gli strappò una promessa: realizzare a colore un suo ritratto dopo quello fatto a carboncino. Da allora il mistero ha appassionato studiosi e estimatori del genio fiorentino: Leonardo mantenne effettivamente l’impegno preso con Isabella d’Este o, immerso in altri studi, non ci mise mai mano? Questo interrogativo potrebbe avere una risposta. Sarebbe emerso infatti dal bunker di un caveau svizzero il famoso ritratto della Marchesa, finito nella collezione di una famiglia italiana che rimane anonima.
LE TEORIE DI CARLO PEDRETTI E MARTIN KEMP SUL DIPINTO DI LEONARDO
Carlo Pedretti, massima autorità nello studio di Leonardo Da Vinci, sostiene l’autenticità del quadro. A suo avviso, come si evince dall’articolo di Veronica Artioli, sarebbe infatti la trasposizione fedele di un disegno preparatorio ritrovato e esposto al Louvre. Da tre anni e mezzo è al vaglio delle analisi scientifiche, che avrebbero dimostrato attraverso la prova del carbonio – 14 che il dipinto sarebbe stato eseguito tra il 1460 e il 1650 con una probabilità del 95,4%. Martin Kemp, altro importante studioso, nel suo libro La bella principessa, sottolinea come Leonardo fosse affascinato dalle potenzialità del tradizionale ritratto di profilo ma allo stesso tempo non usava cimentarsi nei ritratti su tela. La corrispondenza tra il pittore e l’insistente marchesa di Mantova tenderebbe inoltre ad escludere la realizzazione del dipinto. Il dibattito resta comunque aperto anche se solo ulteriori indagini potranno svelare se ci troviamo di fronte o meno a una nuova opera del grande artista toscano.
Per leggere l’articolo completo di Veronica Artioli, visita il portale online del Corriere della Sera, sezione Sette.
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