Medicina

Parlare di incontinenza anale è ancora un tabù per tante persone

Ci sono dei problemi di salute di cui è difficile parlare, perché riguardano una sfera estremamente intima della propria persona. Un tempo erano le tematiche legate alla sessualità quelle di cui non si osava mai discutere, oggi per fortuna questo argomento è stato sdoganato.

Di incontinenza urinaria, tuttavia, si parla ancora poco a causa dell’imbarazzo causato da questo disturbo; quando poi si nomina l’incontinenza fecale, molti probabilmente rimarranno sorpresi persino nel sapere che è possibile soffrire di queste problematiche.

Eppure dalle statistiche si evince che una fetta non trascurabile della popolazione (sino al 5%) sia colpita da questo genere di incontinenza. Alcune ricerche parlano invece dello 0.1%, e da questa ampia forbice si comprende che non sempre c’è l’abitudine di rivolgersi al medico per un consulto. Naturalmente non c’è nulla di cui avere imbarazzo nel confrontarsi con uno specialista riguardo all’incontinenza anale, anzi: esistono infatti diversi trattamenti che possono regalare una soluzione definitiva al problema.

Uno dei più apprezzati è senza dubbio il metodo THD Gatekeeper, che garantisce risultati duraturi grazie al posizionamento di piccoli spessori auto-espandenti all’altezza dello sfintere.

Questi impianti, aumentando di volume, permetteranno all’ano di chiudersi come in origine, determinando il contenimento di solidi, liquidi o gas. L’intervento legato al metodo THD Gatekeeper viene eseguito in anestesia locale, e al paziente sono sufficienti 48 ore di riposo per riprendere le sue normali attività quotidiane.

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