Situazione economica generale
L ’Europa si trova a dover affrontare il peggiore periodo di recessione economica dal dopoguerra a oggi. Come ogni paese che si basa in maniera massiccia sulle proprie esportazioni, la Germania nel panorama internazionale è la nazione che più di altre sta subendo una dura frenata del proprio scenario economico. Ecco perché non sorprende il fatto che il governo federale tedesco abbia stanziato, a breve termine, un secondo piano d’intervento d’emergenza di circa 50 miliardi di euro, cifra che corrisponde più o meno al 2 per cento del valore del suo Prodotto Interno Lordo. Ma anche altri governi europei hanno lo stesso problema.
I consumi privati sembrano essere per il momento l’unico fattore di stabilizzazione per la traballante situazione economica internazionale. La caduta dell’inflazione dovuta in buona parte alla notevole diminuzione del prezzo del petrolio porta a un reale aumento del reddito dei consumatori. Resta da vedere però quale contraccolpo provocherà l’inevitabile perdita di posti di lavoro in questo momento ancora caratterizzato dalla grave crisi economica a cui nessun Paese sembra riuscire a sfuggire. La previsione per il 2009 è di una contrazione del 2 per cento per l’area euro.
Mercato obbligazionario
La banca centrale europea continua nella sua politica di diminuzione dei tassi d’interesse di fronte alla crisi economica che per ora non accenna a fermarsi. Nel mese di gennaio i guardiani valutari hanno ridotto il decisivo tasso di rifinanziamento di altri 50 punti base, arrivando così a un valore pari al 2 per cento. Questa decisione è stata facilitata dal significativo calo del tasso d’inflazione nei Paesi membri. Nei prossimi mesi ci potranno essere altri ulteriori tagli, ma gli effetti positivi sull’andamento dei mercati monetari restano ancora piuttosto limitati.
Per quanto riguarda la concessione dei crediti le banche mantengono ancora un regime di
grande attenzione e oculatezza. La liquidità a basso tasso di interesse, invece, nel deposito della Banca Centrale Europea è ora pari all’uno per cento.
Il mercato obbligazionario dell’euro ha seguito le linee guida di quello statunitense registrando un forte aumento degli yelds che ha reso ancora più marcata la curva della struttura degli interessi. Un’intera squadra di istituzioni finanziarie europee hanno percepito la buona occasione di affacciarsi al mercato avvalendosi della copertura offerta dai prestiti garantiti dallo Stato. In realtà, però, i loro rendimenti risultano a un livello fortemente allineato a quello degli originari titoli governativi e cioè nettamente inferiore a quelli convenzionali della banca.
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