Durante le elezioni del 2000 in USA la Esso diede 1.376 milioni di dollari ai repubblicani, più di qualsiasi altra compagnia petrolifera. E non fu la sola. Il 91% delle compagnie appoggiavano l’elezione di Bush. Guarda caso, non appena Gorge W. Bush diventò presidente degli USA rimosse gli Stati Uniti dal protocollo di Kyoto, l’unico accordo internazionale che collegava il riscaldamento globale alla politica che la Esso ed altre compagnie petrolifere promuovevano. Gli USA coprono un territorio vastissimo e come sappiamo è un paese fortemente industrializzato, da soli sono responsabili del 25% dell’inquinamento globale che causa l’innalzamento delle temperature. Ciò significa che il suo contributo ha un grande effetto sull’efficacia del protocollo stesso.
La Esso è famosa per aver sostenuto la campagna più attiva per bloccare lo svolgimento del protocollo di Kyoto e ha supportato organizzazioni corporative a fare lo stesso servendosi dei suoi poteri politici ed economici per ostacolare qualsiasi intervento su ciò che riguarda i cambi climatici. Ricordiamo che l’estrazione del petrolio e la combustione dei combustibili fossili causano di emissioni di gas serra in assoluto più impattanti. Chi vuole è libero di non credere al fatto che la Esso avviò persino una campagna pubblicitaria di condanna del protocollo di Kyoto sulla stampa americana, servendosi di Bush per tirarsene fuori. Patrocinò inoltre una propaganda multimilionaria per annullare le prove su cui basare una azione legale a difesa del clima globale. Ad oggi la Esso riesce ancora ad aggirare il problema diplomaticamente servendosi di studi scientifici vecchi o incorretti per confermare le sue posizioni. Usando strategie perfezionate dalle compagnie del tabacco, queste campagne pubblicitarie confondono il pubblico e i politici nei confronti del riscaldamento globale e mettono a tacere la volontà politica sull’argomento. Non solo: ebbe anche il coraggio di pubblicare un messaggio sui giornali americani, proprio due giorni prima l’entrata di Gorge W. Bush, sottolineando i propri obbiettivi di “una politica energetica per la nuova amministrazione” affermando che l’obbiettivo di Kyoto era dannoso, irrealistico e che andava assolutamente modificato.
Esisteva fino a qualche anno fa una coalizione, detta Coalizione per il Clima Globale (CGG), formata da un gruppo industriale a favore delle risorse energetiche derivanti dai combustibili fossili che esercita un ruolo di leader nel minare le iniziative atte a risolvere il problema del surriscaldamento (il suo sito web proclama “liberarsi bene dal Kyoto”). La Esso la sostenne per ben due anni. Poi nel 2002 la GCC si “sciolse” dichiarando di aver espletato i propri scopi contribuendo ad un nuovo approccio nazionale nei confronti del riscaldamento globale. In altre parole, con gli Usa fuori dal protocollo di Kyoto la GCC non aveva più ragion d’essere.
Esso è di sostegno finanziario e presiede a capo dell’API, Istituto Petroliero Americano. A partire dal 1998 l’API predispose di reclutare e formare “scienziati indipendenti”, ovviamente senza nessun trascorso di dispute sulla questione climatica, per intraprendere un lavoro mediatico contro la scienza ufficiale sul clima e il protocollo di Kyoto. La conclusione ovvia di tutto questo discorso è che la Esso non è interessata ai cambi climatici e rifiuta di accettare il legame esistente tra i propri affari e il riscaldamento globale.
Da ciò la Esso si è sempre mossa nel tentativo di fuorviare l’opinione pubblica e i suoi sostenitori tramite l’uso di studi scientifici selezionati scorretti e obsoleti.
La compagnia rifiuta di investire in qualsiasi tipo di progetto per l’energia alternativa, in contrasto con la BP e la Shell che avranno entrambi investito 500 milioni di dollari nei prossimi tre anni. Invece, Esso sta espandendo in maniera prepotente la sua produzione di gas e benzina premendo politicamente per aver accesso a nuove aree petrolifere vergini come la Artic National Wildlife Refugee in Alaska.
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