In Italia il fenomeno degli infortuni sul lavoro e quello ancora più funesto delle “morti bianche” è un decrescita, secondo gli studi dell’Inail, (Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro), le cifre mostrano una decrescita negli ultimi anni.
Tuttavia non si può e non si deve sottovalutare la questione.
Il tema della sicurezza sul luogo di lavoro in Italia deve rimanere di primaria importanza: si calcolano ancora, in media, 60 morti sul luogo di lavoro e oltre 50.000 casi di infortunio al mese (escluse le trasferte o i casi avvenuti “in itere”). Da qui si comprende come sia importante seguire e migliorare le norme di sicurezza sul lavoro.
Uno dei settori più a rischio di incidenti sul posto di lavoro è quello dell’edilizia con il 23% dei casi, e costituisce uno dei punti più sensibili nella battaglia della sicurezza.
La normativa vigente è stata esplicitata fin dal 1956 con il DPR 164/1956 (Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro nelle costruzioni) , tuttavia questa era carente dal punto di vista della pianificazione della sicurezza e dei metodi per prevenire possibili situazioni di rischio. Queste carenze verranno successivamente risolte con la Direttiva Cantieri (92/57/CEE) della Comunità Europea e con il Dlgs 494/1996 e le successive disposizioni autonome. Attualmente tutta la normativa relativa ai cantieri è riunita nel capitolo IV (e allegati) del il Dlgs 81/2008.
L’adozione di comportamenti e sistemi di prevenzione è essenziale nei cantieri quanto l’utilizzo di strumenti per il lavoro come utensili pneumatici e paranchi Milano.
Analisi dei rischi
Per la pianificazione della sicurezza nei cantieri la normativa ci mette a disposizione tre preziosi strumenti:
· il Piano di sicurezza e coordinamento (PSC) previsto per i cantieri nei quali operano più imprese e che aiuta nella prevenzione e nella gestione dei rischi reali;
· il Piano di sicurezza sostitutivo (PSS) da redigere nell’ambito dei lavori pubblici (dove non serva redigere il PSC) che sarà redatto dell’appaltatore o dal concessionario e non prevede la stima dei costi della sicurezza;
· il Piano operativo di sicurezza (POS) documento redatto dal datore di lavoro dell’impresa esecutrice per pianificare la sicurezza e la prevenzione dei rischi in merito ad un singolo cantiere.
L’analisi per la sicurezza parte dall’elenco delle attività per l’esecuzione dell’opera, questo permetterà al progettista di individuare le migliori soluzioni tecnico-costruttive per eliminare o ridurre la possibilità di incidenti nel cantiere.
Questa analisi dei rischi può essere eseguita a priori o a posteriori, la differenza fra questi due approcci consiste nei casi analizzati: la prima è eseguita a partire da possibili rischi connessi all’attività in cantiere ed è di solito quella adottata nella maggior parte dei casi; la seconda si riferisce a casi avvenuti in passato che vengono presi a modello per studiare strategie preventive.
Prevenzione e protezione
Una volta che l’analisi dei rischi è stata portata a conclusione vanno attuate le misure per mettere in sicurezza il posto di lavoro, questi sono fondamentalmente di due tipi:
· Prevenzione: misure atte a ridurre le possibili situazioni di rischio nel cantiere;
· Protezione: strategie per limitare i danni qualora avvengano degli infortuni.
Fra gli ultimi possiamo annoverare i dispositivi di protezione (DP) individuale (DPI) o collettiva (DPC), queste sono di sicuro le più essenziali nella sicurezza nei cantieri, ponteggi, parapetti, reti anticaduta…) e l’adozione dei DPC è da considerarsi addirittura prioritaria rispetto a quella dei DPI.
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