10 anni di liberalizzazione: risparmi per il sistema energetico di 10 miliardi l’anno.
“Buon compleanno liberalizzazione. Il mercato della concorrenza compie dieci anni” esordisce così Jacopo Giliberto in un ampio articolo dal Sole 24 Ore di oggi dedicato, per l’appunto, all’importante “ricorrenza”.
Ma come ogni rivoluzione – scrive il giornalista nel riportare le conclusioni del convegno sul tema presso l’Università Bocconi – quella dell’energia è costellata di difficoltà. Soprattutto è mancata una politica energetica che abbia dato le direttive di fondo, gli obiettivi condivisi da raggiungere.
Così, senza alcun programma che delineasse agli investitori gli obiettivi da traguardare, Terna ha ricevuto richieste di connessione per nuove centrali alimentate da fonti rinnovabili “per centomila megawatt”, osserva Flavio Cattaneo, amministratore delegato di Terna.
Centomila megawatt: più dell’intera quantità di centrali mai realizzate in Italia in tutta la sua storia elettrica fin da quando nel 1883 fu realizzata a Milano la centrale di Via Santa Radegonda, la prima in Europa.
Secondo Flavio Cattaneo le congestioni sulle linee di alta tensione ci costano in bolletta 1,5 miliardi in più. Se Terna riuscisse a sbloccare gli elettrodotti, noi consumatori risparmieremmo un miliardo, “al netto dei 450 milioni di costi necessari per costruire le linee. Il problema è che molte delle nuove centrali sono state costruite in luoghi inadatti, là dove lo permettevano i sindaci più avveduti, e aumentando la congestione sulla rete”.
Uno dei problemi – scrive Giliberto – è il fatto che per costruire una minicentrale solare “si seguono le stesse normative che vanno bene per pitturare un garage”, osserva Simone Mori dell’Enel.
Per dirla con Antonio Costato, vicepresidente della Confindustria, “la liberalizzazione ha creato grandi aspettative che sono state soddisfatte sul piano delle produzione di energia, ma non ha funzionato sull’allocazione dei capitali e degli investimenti”. Conferma Tullio Fanelli, commissario dell’Autorità dell’energia: “In particolare nel settore del gas non siamo messi bene né in termini di sicurezza degli approvvigionamenti né in termini di concorrenza”.
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