Comunicati stampa

Divario digitale Nord-Sud

«La differenza di approccio al Recruitment online tra le aziende del Centro-Nord e quelle del Centro-Sud c’è ed è molto ampia. Per certi versi più ampia rispetto a quello che si riscontra in altri settori. Chi parla è Claudio Morrese, Responsabile Marketing della Direct Hunt Srl Società che gestisce il Portale www.QuiVenditori.com impegnato da anni nel recrutment online di agenti di commercio, il quale sostiene che il gap digitale che esiste tra Nord e Sud del Paese è il risultato di un problema sociale. «Al Sud c’è una mancanza di opportunità, pochi esempi da seguire, un più marcato accesso a fornitori locali e, di conseguenza, un’incertezza verso il canale, che porta troppo spesso al ritorno verso quello che si conosce meglio».
A dispetto della crisi economica, QuiVenditori.com si appresta a chiudere il 2009 all’insegna della crescita. «L’andamento di quest’anno è stato una sorpresa sia dal punto di vista della quantità di nuovi contratti dei quali ci stiamo occupando sia di quella della loro qualità. È ovvio che un canale che cresce come investimenti anche in questo momento storico sia una sorta di El Dorado visto da fuori, ma non è vero per tutti. Modelli di business datati o basso valore aggiunto delle proprie soluzioni possono portare a perdere quote e denaro, come in tutti i settori, a beneficio delle aziende migliori». A seguito dei risultati raggiunti da Quivenditori.com, il Morrese è ottimista anche per l’anno 2010 tanto da stimare un’ulteriore crescita per la propria azienda. «Avendo tenuto nel momento più critico della crisi, non possiamo che aspettarci di mantenere questa tendenza con la possibilità addirittura di crescere ulteriormente, riuscendo così a salire sul treno di quelle aziende che saranno anticipatrici naturali della ripresa».
Parlando, invece, del grado di maturità che ha raggiunto il mercato del Recruitment online, Morrese è critico nei confronti di chi pianifica sul mezzo senza una vera strategia. «Dal punto di vista dell’offerta, vedo una spaccatura netta fra un bassissimo numero di operatori estremamente qualificati, con le giuste esperienze alle spalle e una visione strategica del mezzo, e il resto del mercato che semplicemente si uniforma alla domanda, che è il punto debole italiano. Oggi le opportunità sono ancora colte in modo occasionale e senza una strategia. Stiamo assistendo a uno spostamento dei budget, ma non dei cervelli e delle professionalità, che rimangono ancorate nell’offline. Dato che non voglio ragionare solo in termini di budget, ma di qualità dell’investimento, direi che siamo ancora in un mercato acerbo».
Come coinvolgere, quindi, quelle aziende che ancora investono poco nell’online?
Attraverso la formazione, i congressi e gli eventi , tramite la divulgazione, facendo parlare aziende che hanno usato il canale con successo e che possono rivolgersi ai colleghi anche attraverso le proprie case history. Alla fine di tutto però, con l’auspicata maturazione del mercato, le aziende si troveranno a competere massicciamente anche sul digitale e quindi ritorneremo a vedere la giusta selezione naturale fra “migliori” e “peggiori”. A quel punto, questo lavoro di evangelizzazione del mercato, sarà finito».

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