Girando per i supermercati possiamo notare come vengono confezionati i prodotti alimentari. Dietro ai banconi, possiamo vedere tutto “in diretta” in quanto i dipendenti che non servono la clientela, si occupano di confezionare i prodotti come gli affettati, i formaggi, le carni).
Si tratta di operazioni molto importanti al fine di garantire una conservazione adatta al tipo di alimento in oggetto. Una delle tecniche di confezionamento alimentare è dato dall’utilizzo di biomateriali. L’idea è partita dal Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia. Ma cosa sono i biomateriali? Si tratta di materiali biologici realizzati con materiali di scarto che non danno problemi in un secondo momento con lo smaltimento. Un’altra tecnica per il confezionamento alimentare è il cosiddetto “MAP”, ovvero effettuato in ambienti controllati. La sigla MAP è l’abbreviazione di “Modified atmosphere packaging”.
E’ tra i metodi più usati in quanto sono tanti i vantaggi che offre. Segnaliamo ad esempio la riduzione della rancidità da ossidazione con la conseguenza di deterioramento di particolari alimenti come la patatine e similari. Un rischio di un cattivo confezionamento è dato dalla formazione delle muffe e parliamo anche in questo caso di prodotti da forno. La muffa può essere combattuta usando particolari atmosfere (anidride carbonica e azoto nella misura del 99%). Alcuni alimenti se non confezionati nel modo adatto si deterioreranno molto tempo prima degli altri. In alcuni casi, il deterioramento può avvenire a causa degli insetti. Per ovviare a questo inconveniente, è opportuno scegliere il confezionamento con azoto. Questo tipo di confezionamento consente un’ottima conservazione di diversi alimenti come per esempio il caffè. L’azoto garantisce una lunga conservazione dell’alimento in questione. Abbiamo parlato quindi di tre tipi di gas utilizzati nel confezionamento dei prodotti alimentari per la loro conservazione, e sono : l’azoto, l’anidride carbonica e l’ossigeno. Vediamo ora per ognuno di loro, le caratteristiche e i loro “compiti”. L’azoto è il gas più inerte degli altri, verso gli alimenti e questo viene veicolato mediante gli impianti estrazione aria.
Non presenta né colore, né odore ed è tra i più utilizzati per confezionare gli alimenti. L’anidride carbonica è un gas solubile e si utilizza per tenere lontano le muffe e i batteri. Questo tipo di gas però, essendo appunto solubile, può alterare i gusti degli alimenti, in quanto può essere assorbito dagli stessi. L’ossigeno è il gas più utilizzato per tutti i tipi di prodotti alimentari. Soffermiamoci ora sulle confezioni sottovuoto. Le macchine industriali che effettuano questo tipo di lavoro sono fatte a “campana”. Le buste sono disposte all’interno della campana e grazie al funzionamento dei una pompa, si ottiene appunto la confezione sottovuoto. Metodo semplice che permette agli alimenti una lunga conservazione. Questo tipo di confezionamento, ottenuto mediate l’utilizzo di tramogge inox, viene utilizzato per le carni, che però di contro hanno il fatto che tendono ad annerirsi facilmente. Se invece si tratta di alimenti tipo affettati, all’apertura della confezione, possiamo trovare l’inconveniente delle fettine “schiacciate”.
Sulle confezioni solitamente vi è riportato il metodo di confezionamento che è stato utilizzato. Sul web inoltre potete trovare e approfondire questo argomento per conoscere meglio le tecniche di confezionamento dei prodotti alimentari.
A cura di Pinuccia Carbone distribuito da
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